Gallaccini, Teofilo, Trattato sopra gli errori degli architetti
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221113DEGLI ARCHITETTI
Ringbiera, o pergolato ſulla facciata del Palazzo Grimani a San Luca
ſul canal grande.
Altra ringbiera ſulla facciata del Palazzo Peſaro ſul Canal grande.
Altra ringbiera ſulla facciata del Palazzo Cornaro di calle della Regina
ſul Canal grande.
Avendo noi condannato le ringhiere da noi rigoroſamente eſaminate nelle fabbriche
di Roma, convien dire, come anche in Venezia ve ne ſono delle vizioſe al pari
di quelle.
E’coſa deplorabile, che coſa così ſconcia venga praticata con tanta fre-
quenza ſenza la minima conſiderazione a ciò, che convienſi non meno alla ragio-
nevolezza, che alla nobiltà, e al decoro di quella ſoda Architettura, che ſi preten-
de di conſervare.
Così praticando non ſi potrà mai conſervare la perſezione; ma
dovrà dirſi, che ſi adultera, e ſi ſcompone tutta la nobiliſſima Arte.
Si oſſervi la
ringhiera poſta ſulla facciata del Palazzo Grimani a S.
Luca ſul Canal grande. Il ſuo
Architetto era pure riputato, e ſi conſerva pur anche la ſua rinomanza:
ma mal-
grado ciò, forz’ è dire, che il piantare una ringhiera, o pergolato così diſteſo, che
arrivi dall’ una eſtremità all’ altra della prima cornice Corintia, è coſa vituperevole.
E di fatto, ſecondo me, non vi era una tale neceſſità, mentre fermandoſi ſopra la
mezzerìa del primo pilaſtro Corintio, queſta poteva eſſere la giuſta ſua dimenſione,
e non andare a caricare di peſo fuor di propoſito l’ orlo del gocciolatojo non ſolo,
ma anche di più quaſi la ſteſſa gola, rendendo in tal guiſa la ſua figura falſa nell’
appoggio, e ſconcia per comparire ch’ ella fa fuori del vivo, e del ſuo eſſere na-
turale.
Quella poi del Palazzo Peſaro parimente ſul Canal grande è notabile per la ſteſ-
ſa ragione, col di più, che queſta ſi diſtingue pel lavoro non meno dei pilaſtrini,
che delle colonnelle piene di bagatelle, e giocolini, come lo è ancora tutto il ru-
ſtico diamantato, e i miſeri pilaſtrini Jonici alle fineſtre dei mezzadini, dove dai
capitelli di detti pilaſtrini prolungandoſi la ſoglia di detta fineſtra, compariſce eſſe-
re in aria, poichè non ha ove appoggiarſi.
Queſti tali pilaſtrini parimente con bu-
gne diamantate ſoſtengono la cornice architravata, e leſinata con modiglioni, coſa,
che riſguardo alla ſua proporzione non corriſponde per verun conto:
e ciò a moti-
vo della meſchinità degli ſteſſi pilaſtri, che non s’ accordano colla ringhiera di ſo-
pra, nulla comparendo di maeſtoſo, enobile come converrebbe:
e così tutta l’ intie-
ra facciata pieniſſima d’ ornamenti, come appunto chi empieſſe talmente un abito
di tanta guarnizione, che veniſſe a confonder queſta collo ſteſſo drappo:
in tal ca-
ſo può dirſi quello eſſere un ricco veſtito, e niente più:
così appunto nel caſo pre-
ſente tanti, e sì affollati ſono gli ornamenti di queſta facciata, che confondono la
verità dell’ Architettura, potendoſi dire, queſta eſſere una ricca facciata, e nulla più.
Diſordini ſono queſti, che tolgono, e non accreſcono la maeſtà dovuta alle fabbri-
che grandioſe.
Vedeſi parimente altra ringhiera nella facciata del Palazzo Cornaro in calle della
Regina ſul Canal grande, che ha pure i pilaſtrini fuori del vivo del gocciolatojo ſen-
za veruna neceſſità, che vi obbligaſſe l’ Architetto, ma per ſola vaghezza di prolun-
gar la ringhiera più che ſi poteſſe.
Le tre bugne poi col maſcherone nel mezzo,
che tagliano la ſoglia piana della fineſtra non fanno, nè poſſon mai fare buona com-
parſa, per eſſer queſta una licenza fuor di ragione, volendoſi moſtrar tagliato, e di
più pezzi ciò, che dee eſſer formato tutto d’un pezzo, come ragionai contro il pa-
rere di quelli, che pretendeſſero, che foſſe più forte diviſo in pezzi, che unito in un
ſolo, potendoſi, diconeſſi, queſto ſpezzare.
A ſiffatta objezione ſi riſponde, che non
mancano ottimi ripieghi, ed artifizj per aſſicurarlo, erenderlo forte, laſciandolo nel-
la ſua pura ſemplicità d’ottima e perfetta comparſa, mentre così dà maeſtà e deco-
ro alla fabbrica.
Debbonſi adunque laſciare le maniere ſcompoſte, che non ſono,
e non ſaranno giammai lodevoli, e che dovrannoſi perpetuamente a tutta poſſa
ſchivare.
Se gli Architetti non ſi oſtinaſſero nelle loro mal concepite opinioni, ma ſi poneſ-
ſero ad eſaminarle con ſerietà, oh quanti diſordini ſchiverebbero, che tuttora ſi oſ-
ſervano! Sarebbe omai tempo di porſi in guardia per non commetterne di vantaggio
per l’avvenire, e d’operare a norma dell’ Arte, concependo tutto ſecondo l’ eſſer

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