Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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223199LIBRO II. della continuità non richiede già ella, che nella
ſerie delle contuſioni, di cui s’ è detto, la forza
viva debba agire nell’ ultima, che è la contuſion
nulla;
anzi permette, che in queſta niente agiſca;
ben vorrebbe, che dovendo l’ azicne della forza
viva eſſer nulla nell’ ultima contuſione, comin-
ciaſſe a ſminuirſi nelle contuſioni antecedenti, ne
arrivaſſe ad eſſer nulla ſe non che a poco a po-
co;
il che ella non faccendo, perciocchè in tutte
le antecedenti contuſioni è ſempre la medeſima,
perciò contravviene alla continuità.
Voi volete
dire, ripreſi io allora, che ſecondo la legge
della continuità, l’ azione della forza viva non
può nell’ ultima contuſione eſſer nulla, ſe
prima non ſi è a poco a poco ſminuita.

Così è, diſſe il Signor Marcheſe.
Ma non
ſi è ſminuita, ſeguitai io;
dunque ſecondo la leg-
ge della continuità, non può l’ azione della for-
za viva nell’ ultima contuſione eſser nulla;
e così
ritorna quell’ argomento fallaciſſimo:
la forza vi.
va agiſce, dovunque ſi fa contuſione, dunque an-
che dove non ſe ne fa.
Anzi io dico, rifpoſe qui-
vi il Signor Marcheſe, che ſe l’ azione della forza
viva divien nulla ne corpi duriſſimi, dove non è
contuſion niuna, biſogna, che negli altri men du-
ri, ne quali le contuſioni ſi fanno ſempre minori,
ſi ſia ſminuita a poco a poco:
e queſto è quello,
che richiede la legge della continuità.
E che ri-
chiederà ella dunque, riſpoſi io, coteſta legge, ſe
l’ azione della forza viva non s’ è ſminuita?
Io

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