Cavalieri, Buonaventura, Lo specchio ustorio overo trattato delle settioni coniche, et alcuni loro mirabili effetti intorno al lume, caldo, freddo, suono, e moto ancora

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[21.] D’vn principio cauato dalla Proſpettiua per le coſe ſuſſeguenti. Cap. VII.
[22.] Come ſi adatti questo principio anco alli Specchi, che non ſono piani. Cap. VIII.
[23.] Corollario.
[24.] Delle ammirabili proprietà delle Settioni Coniche, incomincian doſi dalla prima Parabola. Cap. IX.
[25.] Dimoſtratione.
[26.] Corollario.
[27.] Della ſeconda proprietà dalla Parabola. Cap. X.
[28.] Eſſempio.
[29.] Dimostratione.
[30.] Della terza proprietà della Parabola. Cap. XI.
[31.] Dimoſtratione.
[32.] Corollario.
[33.] Della quarta proprietà della Parabola. Cap. XII.
[34.] Dimostratìone.
[35.] Altra Dimoſtratione ſopra la decima Figura.
[36.] Quali, e quanti ſiano nell’Iperbola, Eliſſi, & Op-poste Settioni i punti, che ſi chiamano foshi di quelle. Cap. XiII.
[37.] Della prima proprietà dell’Iperbola. Cap. XIV.
[38.] Dimoſtratione ſopra la àuodecima figura.
[39.] Corollario.
[40.] Della ſeconda proprietà dell’Iperbola. Cap. X V.
[41.] Dimostratione.
[42.] Della terza propriet à dell’Iperbola. Cap. XVI.
[43.] Dimostratione.
[44.] Corollario.
[45.] Della quarta proprietà della Iperbola. Cap. XVI.
[46.] Della prima proprietà dell’Eliſſi. Cap. XVII.
[47.] Dimostratione.
[48.] Della ſeconda proprietà dell’Eliſſi. Cap. XVIII.
[49.] Della terza proprietà dell’Eliſsi. Cap. X. X.
[50.] Dimostrationt.
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233 de. Così ſi trouorno gli Arenarij, gli Horolo-
gij
da ruote, e le Cleſſidri, &
il primo, che à
Roma
le faceſſe vedere Scipion Naſica
l’anno
594.
doppo l’edificatione di Roma.
Fra gli Autori poi, che ſi preualſero del moto
lontano
, cioè di quel delle ſtelle fiſſe, per mi-
ſurar’il
tempola notte, poterno ben ſeruirſi di
quelle
, e maſſime delle ſempre apparenti nel-
la
ſua regione, come noi dell’Orſa minore, o
maggiore
, del Dragone, di Ceffeo, o di Caſ-
ſiopea
, tralaſciãdone i Pianeti, come ſoggetti
à
diuerſi accidẽti, come d’irregolarità di moti
apparenti
, di ſtationi, direttioni, e retrogra-
dationi
, o di parallaſſi, e ſimili, eccettuatone
però
il Sole;
ma per miſurar’il tempo di gior-
no
, non gli reſtò altro, che il moto, e lume pur
del
Sole, che nell’abiſſo del ſuo ſplẽdore i pic-
coliſſimi
lumi delle ſtelle ci naſconde;
egli è
però
vero, che nel principio aſſai rozamente
parue
, che ſi portaſſero, come accader ſuole
di
tutte le nuoue inuentioni, poiche in Roma
particolarmente
, Città così inſigne, ſi no-
taua
altro, che in dodici Tauole l’Orto, e l’Oc-
caſo
del Sole, quali ſi eſponeuano publicamẽ-
te
;
al che doppo alcuni anni ſi aggiunſe

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