Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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234210DELLA FORZA DE’ CORPI dendoſi ſi inganano. Io dunque per non errare,
qualor ſento profferir legge di natura, prima di
acconſentire a ciò, che altri ne dice, ſoglio con-
ſiderare attentamente, in qual ſignificato prenda
un tal nome colui, che lo profferiſce.
E per quan-
to mi torna alla memoria, parmi di averlo udito
prendere in molte maniere;
benchè due ſono le
più comuni.
Primamente ſogliono chiamarſi leg-
gi certe conſuetudini più generali e più coſtanti,
che la natura ſegue nel produrre et ordinar le co-
ſe;
le quali conſuetudini ſono bene ſpeſſo acciden-
tali all’ eſſenza de’ corpi, e molte volte arbitrarie
alla natura iſteſſa.
Leggi ancora ho udito chiamar
talvolta certi principj, che piuttoſto neceſſità do-
vrebbon dirſi, che leggi;
come, che il tut-
to debba eſſer maggiore di qual ſivoglia delle ſue
parti;
e che due coſe immedeſimate con una terza
debbano altresì eſſere immedeſimate tra loro;
et
altre tali neceſſità eterne et immutabili, che ven-
gono ſotto nome di aſſiomi, ne poſſon dirſi pro-
priamente conſuetudini introdotte dalla natura,
eſſendo @osì antiche, come la natura ſteſſa.
Or
dunque conſiderando io queſti due varj ſentimenti,
che ſi danno al nome di legge, dico che io non mi
arriſchierei già di formare una ſuppoſizione, che
foſſe contraria ad un aſſioma;
come che ſieno ſtati
molti eccellentiſſimi metafiſici, a’ quali ha dato l’
animo di farlo.
E la ragione ſi è, perchè ſe gli
aſſiomi ſono, come io credo che ſieno, legati tut-
ti inſieme, e congiunti;
anzi immedeſimati l’

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