Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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238214DELLA FORZA DE’ CORPI farebbono forſe mai avvedute, ſe la geometria
non la moſtrava loro.
Ma queſto Signore conce-
derà facilmente la continuità nelle coſe, che ſi
conſiderano da voi altri geometri, negandola in
quelle, che ſi conſiderano dai fiſici.
Et io allora,
ne in quelle, diſſi, ne in queſte la negherò;
aſ-
petterò bene, che mi ſi dimoſtri sì nell’ une, co-
me nell’ altre.
Mentre queſti ragionamenti tra.
noi erano, ci accorgemmo, che il naviglio aven-
do fatto ſuo giro, cominciava di accoſtarſi a ter-
ra;
e già vedevamo venirci incontro le belle ſpiag-
ge di Baja, cui di lontano ſeguivano le erboſe
rive dell’ ameno e dilettevol Pozzuolo;
e raden-
do con la nave una iſoletta, che di boſchetti a-
dorna, e di caſe, uſciva tutta feſtoſa dell’ onde,
vedemmo alquanti paſtori, che ſopra v’ erano,
al dolce ſuono di più ſampogne lietamente dan-
zare con alquante leggiadre paſtorelle vezzoſa-
mente inghirlandate.
La qual viſta traſſe a ſe gli
occhi di tutti, maſſimamente del Signor Marche-
ſe di Campo Hermoſo;
che poſcia a me rivolto,
qual parte è, diſſe, ne’ beati contorni di Napoli,
che non ſia piena d’ allegrezza e di riſo?
tal ch’
io mi credo, che gli amori, e le grazie ſe gli
abbian preſi per lor ſoggiorno;
invitandovi ſpeſ-
ſo ancor le muſe.
E vi verran volentieri, riſpoſi
io, ricordandoſi del divin Sannazzaro, che ve le
traſſe altra volta così ſoavemente con quelle ſue
piſcatorie;
nelle quali imitò così bene l’ inimita-
bil Virgilio.
E ben mi credo, che queſte

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