Gallaccini, Teofilo, Trattato sopra gli errori degli architetti

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245137DEGLI ARCHITETTI. poggiato ſopra queſto un angioletto ſedente, che col braccio dritto ſtringe una cor-
nucopia;
e ſimili ſono le due altre poſte, una ſopra l’ Arco della porta, che intro-
duce ai Magiſtrati dei Conſoli de’ Mercanti, e @e’ ſette Savj alla Mercanzia:
altra
del fondaco de’ Tedeſchi;
ed altra pure nell’ arc@ ſopra la porta dell’ Arſenale, aven-
te un fanciullo a ſedere ſopra il rocchello, che @bbraccia due ceſte di frutti una per
parte;
e queſte ſono di ſola cartella colla corn@copia: e queſto ſebben guernito d’
ale, non vola, ma ſtandoſi a @edere dee cert@mente cagionare alcun peſo al ro c-
chello, come oſſervammo quì ſopra.
Se poi ſimili Angioletti foſſero in azione di
volare, non vi ſarebbe che dire.
La coſa, che @a più maraviglia, ſi è, l’ eſſervene uno
poſto ſopra la ſerraglía dell’ Arco nell’ Altar Maggiore di San Lorenzo, che ſe ne ſta
in piedi ſul rocchello, che è ſimilmente ala@o, ma non vola, nè ha verun luogo l’
azione, ch’ei rappreſenta;
poichè, come ſi vede nel profilo della figura, pende all’
ingiù, e quantunque appoggi i piedi ſul r@cchello, non ſarà mai vero, che poſſa
ſcherzare sì leggiadramente, come dimoſt@a il diſegno.
Dobbiamo dunque confer-
mare, che non poſſono aver luogo tali ſe@raglie ornate con figure, per l’improprie-
tà, che rappreſentano;
nè dal Palladio @ennero mai poſte in uſo nelle ſue fabbri-
che, come ſappiamo dall’aureo ſuo Libro d’ Architettura, e di Raccolta delle Roma-
ne Antichità.
Sapeva certamente un Autor@e sì inſigne di quale importanza ſi foſſero le
ſerraglie, eppure rade volte @e miſe in opera;
e ſeppure le pratico, non ſi valſe d’
altro, che della cartella accartocciata, @emplice, e baſ@a, e non mai come vien pra-
ticata, cioè, gonfia, e di tutto tondo;
oppure ponendo nel cuneo una teſta guerriera
di Minerva, o d’altro, come di maſcheroni, o d’animali, e non mai abaco, nè lo
ſporgimento moſtruoſo, che ſi uſa fu@r del dovere, e peſantiſſimo, ma ſempre con
proprietà e buona maniera.
E perchè meglio riſalti l’errore diviſato, porrò le figu-
re delle medeſime da me oſſervate n@ll’ eſſer loro, acciò vie più ſi comprenda l’im-
portanza di diſordine così grande, e che gli Artefici in ſeguito poſſano correggere
difetto sì diſordinato.
Voglia il Cielo, che i finora dati avvertimenti ſervano di ſpro-
ne ai traſcurati per applicarſi alle ſerie neceſſarie rifleſſioni, e ſi ſradichino per
conſeguenza gli enormi abuſi, che l’inavvertenza laſciò correr finora ſenza ritegno.
Non mi è mai caduto in penſiero di volerla fare da riformatore; ma ho avuto ed
ho l’intenzione retta di ſuggerire ſemplicemente il vero, per vederſi sfuggire una
volta dagli Architetti tutti quelli errori, che non ſolo deformano, ma diſtruggono
eziandio la vera, e retta maniera d’ operare, e per far riſorgere la perfetta Architet-
tura per gloria d’ Arte sì nobile non meno, che dell’ inclita noſtra Patria.

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