Gallaccini, Teofilo, Trattato sopra gli errori degli architetti

Table of figures

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[171] Altare di S. Ant:to Abate nella Chieſa di S. Salvatore, male or-dinato nel remenato.
[172] Altra cima di Altare nella Chieſa della Madonna del orto con scoretto remenato in terzo agù.
[173] Frontispitio del Altar di S. Gierolamo, nella Chieſa di S. Salvatore con li modiglioni male ordinati.
[174] Archi posti in aria nella Chiesa di S. Nicolò.Archi pendenti in aria nella Chiesa di S. Basilio.
[Figure 175]
[176] Nel Deposito di Luca Leno posto nella Chieſa de frari, vi ſono il presente Capitelo pendente à gocciola.
[Figure 177]
[178] Archi pendenti in aria nella Chiieſa di S.Paolo detto S.Polo. Parimente nel Deposito di Marchio Jrevisano, pure alli Frari si osserva altro capitello pendente.Capitelo Dorico pendente à gocciola posto nel sofitto della scuola di filoso. fia à i Gieſuiti.
[179] Arco a ſcartoccio nella Chieſa di S. Niccolo.
[180] Altro arco a ſcartoccio nella Chieſa dei Padri Geſuiti.
[181] Ringhiera, o pergolato ſulla facciata del Palazzo Grimani a S. Luca ſul Canal grande.
[182] Altra ringhiera ſulla facciata del Palazzo Peſaro ſul Canal grande.
[183] Altra ringhiera ſul-la facciata del Palaz-zo Cornaro di calle della Regina ſul Canal grande.
[Figure 184]
[185] Bizara facciata de P. P. Porta nella della Chieſa Gieſuiti.Porta del Palazzo delli N. N. H. H. Pisani, a S. Angelo, di figura di-ſonante nelle sue parti.
[186] Depoſito del Sereniſſuno Principe Giovanni da Peſaro, in cui ſono oſſerva-bili i quattro Mori con cuſcino ſulla teſta ſoſtentati il maggior carico di tal Mauſoleo.
[187] Pilaſtri della Cappella maggiore di Sa Maria dei Miracoliſoſ-tentati dall’ improprietà d’un cuſcino.
[188] Fronteſpizio, o Rimenato dell’ Altare del Criſto nella Nuova Chieſa di San Geremia.
[Figure 189]
[190] Porte nel ſecondo Clauſtro del Convento dei Frari, una del Refettorio, l’altra della Foreſteria ſomiglianti.Cima dell’ Altare di S. Franceſco nella Chieſa di S. Pantalcone.
[191] Fronteſpizio dei quattro Altari, che ſono nella Chieſa di Santa Margherita
[192] Porta della Sagreſtia nella Chieſa di S. Leone, detto S. Lio.
[193] Pozzo ornato d’Or-dine Dorico nel ſecon-do Clauſtro del con-vento dei Frari.
[194] Dell’ Altar di S. Gerolamo, in S. Salvator.
[Figure 195]
[196] Dell’ Altar Maggior nella Chieſa di S. Lorenzo
[197] Dell’ Altar Maggior nella Chieſa de P. P. Geſuiti.Dell’ Altar del Chriſto nella Chieſa de P. P. de Frari.
[Figure 198]
[199] 1
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248140OSSERVAZIONI SOPRA GLI ERRORI
Diſcorſo ſopra l’abuſo delle colonne ſpirali.
Non ſarà nemmeno diſdicevole al noſtro aſſunto l’ aggiungere, per compimento dell’
eſpoſto finora, anche l’ abuſo introdotto delle colonne ſpirali, tanto applaudite nella
moderna Architettura, ma ſenza ſaper l’ eſſer loro, nè a che ſervir poſſano;
e perciò
s’ adoprano ſenza il menomo fondamento, o ragione, quando non furono mai meſ-
ſe in uſo dalla ſolida e retta Antichità.
Nè perchè lo ſpiritoſo Cavalier Bernino per
ſegnalarſi ſopra gli altri penſaſſe a formarne quattro di maeſtoſa grandezza per ſo-
ſtenere il baldacchino in San Pietro di Roma, valendoſi del metallo Corintio, che
era nel portico del Pantheon per fonderle:
nè perchè il gran R affaello d’Urbino, ed
il famoſo Rubens Pittori di ſommo grido uſaſſero tal maniera di colonnati nei loro
quadri, dobbiamo prenderne norma ſu tale autorità di valercene negli Altari, come
ſe ne veggiono varj in Roma, ed anche in Venezia nella Chieſa de’ Geſuiti, ove
ne ſono ben dieci nell’ Altar Maggiore, che ſoſtengono una peſante cupola:
come
altresì nella Chieſa di San Marcelliano veggionſene in quattro Altari.
L’uſo di ſiffat-
te colonne introdotte più per accidente, che per naturalezza, e buona ragione, non
ha in ſe nè ſolidità, nè forza di reale Architettura.
E di vero, ſe tali colonne ſpira-
li ſon compoſte della ſteſſa altezza, che ſi dà alle ſchiette, e rette, certamente eſſen-
do queſte attorcigliate, volendole eſtendere ſi prolungherebbero moltiſſimo, forman-
do figura non più di colonna, ma di coſa eccedente d’ aſſai la ſua proporzione natu-
rale:
quanto poi all’ uſo del ſoſtenere, è indubitato, che ha ſorza maggiore la colon-
na dritta, che la torta, come ci detta la ſteſſa natura:
come allorchè s’abbia a ſoſte-
ner qualche peſo non ſi adoprano legni torti, o curvi, poichè non hanno la forza
dei piani, e dritti;
e la ſteſſa ragione ſi rileva nelle perſone date alla fatica, poichè
ha ſempre più forza un uomo dritto e ben piantato, che un gobbo, o che abbia le
gambe ſtorte:
tale è appunto anche l’ uſo delle colonne. E per non laſciare alcuna co-
ſa ſenza la ſua oſſervazione, mi giova l’ aggiungere anche l’ opera d’ Architettura, e
di proſpettiva del P.
Pozzi ſtampata in Roma l’anno 1700. nella cui ſeconda parte
vi è poſto un Altare di capriccio con pilaſtri dritti al di dentro, e al di fuori altra
colonna ſedente, e queſta ſoſtenente la cornice nello ſteſſo livello de’ pilaſtri.
La baſe
poi della detta colonna ſedente non piomba ſotto il ſuo capitello, ma ſi dilata quan-
to il ſedere la ſpinge in fuori, quantunque la medeſima ſia appoggiata al pilaſtro,
che la ſeconda.
Vero ſi è, che ſe queſta ſi drizzaſſe, ſorpaſlerebbe di molto i pilaſtri,
e porterebbe fuori la propria cornice, e la ſteſſa diverrebbe d’ eccedente miſura, e de-
formata, come le accennate di ſopra.
Nè attendere ſi dee in conto alcuno la ragio-
ne, che adduce queſto Padre per difendere il ſuo bizzarro penſare, dicendo, che gli
Antichi ſi valſero delle Cariatidi citate da Vitruvio, dimandando per qual neceſſità
debbano ſtare in piedi, e diritte, e perchè non poſſano anche fare ſedendo l’ ufizio
loro?
Ma ſe queſta non è incoerenza, non ſarà nemmeno, dice egli, che ciò poſ-
ſan fare anche le colonne ſedenti, che ſon figura di quelle.
Ma non ſi è il buon
Padre avveduto dell’ inganno, e della differenza, che dee trovarſi fra l’uomo, e la
colonna.
Vero è, che l’uomo talvolta ſi pone a ſedere; e ſe ſi vedeſſero due ſtan-
do in piedi d’ altezza uguale, e che poi uno ſi poneſſe a ſedere, certo il ſedente di-
verrebbe di minore altezza, e di minor forza del compagno, e per poter eſſer a li-
vello colla teſta dell’altro, biſognerebbe, che ſi poneſſe a ſedere ſopra un piediſtal-
lo, che lo alzaſſe alla medeſima elevatezza, qualor doveſſe colla teſta di pari che il
compagno ſoſtenere qualche filo, o dirittura.
Ma il P Pozzi francamente ſenza ve-
runa conſiderazione propone una ragione, che anzichè difenderlo, lo condanna;
mentre ſe l’ uomo ſi pone a ſedere, lo fa, perchè è ſtanco, lo che non può mai
accadere alla colonna, che non può mai ſtancarſi.
Laonde confermandomi nel mio parere dico, che le colonne ſpirali non ſervono
ad altro uſo, che pel Teatro, poichè luoghi ſiffatti non ſono tenuti a dar ragione
delle loro apparenze, perchè ſono momentanee, e non durevoli:
e ſe la bizzarria
de’Pittori ſi è preſa alcuna libertà nei ſuoi quadri, ſubito ſi dice eſſer licenza pit-
toreſca, facendo eſſi Pittori tutto quello, che ſtimano che poſſa loro far gioco nell’
idea del loro quadro, e nulla più.
Ma per lo contrario l’ Architettura dee eſſer ma-
neggiata con buona, ſavia, e matura conſiderazione, nè ammetter dee licenze, e
ſcherzi irragionevoli, come ne è piena Roma;
ma ſeguire perpetuamente il ſuo ret-
to fine propoſto dalle ſue giuſte Leggi fiſſe mai ſempre, ed invariabili.

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