252228DELLA FORZA DE’ CORPI
li, volendo paſsare a quella ſua conſeguenza, che
egli ſi avea propoſto: cioè, che i corpi duriſſimi
non poſsan ne eſsere ne ſupporſi: e volendo per-
ciò incominciare dal principio della continuità,
egli non lo aſsunſe già così ad arbitrio, ma lo pro-
vò con alquante ragioni, che da molti ſi pigliano
come evidenti, e che voi avrete ben lette. So, ri-
ſpoſi, che già le leſſi; ma ora non le ho a memo-
ria; ben parmi, quando le leſſi, che più, che le
ragioni, mi moveſse l’ autorità dell’ uomo; alla.
quale però abbiamo detto di non volere ora atte-
nerci. E ſe io non aveſſi molti eſempi nella na-
tura, che mi rendono alquanto probabile la con-
tinuità, le ragioni di Bernulli non me l’ avrebbo.
no fatta mai parer tale. Ma dir ciò è nulla, eſsen-
doci di quelle ragioni dimenticati e voi et io; il
che è anche argomento, che non ci doveſser pa-
rere di tanto peſo. Qui ridendo il Signor D. Nic-
cola, la voſtra dimenticanza, diſse, non vi ſervi-
rà punto a sſuggir di dirne il parer voſtro; per-
chè io ho qui il libro del Padre Riccati, in.
cui ſono le ragioni ſteſse di Bernulli, tradotte nel-
la noſtra volgar lingua diligentemente, et io poſso
leggervele così che la dimenticanza non vi ſcuſi;
oltreche il luogo, che le contiene, è aſſai breve,
ne a leggerlo ſi richiederà troppo lungo tempo. Be-
ne ſtà, diſſe la Signora Principeſſa; et io avrò ca-
ro, che noi chiudiamo il noſtro preſente ragiona-
mento, conſiderando le ragioni di quel valentiſſi-
mo uomo; perchè ſe io ben conoſco queſte
egli ſi avea propoſto: cioè, che i corpi duriſſimi
non poſsan ne eſsere ne ſupporſi: e volendo per-
ciò incominciare dal principio della continuità,
egli non lo aſsunſe già così ad arbitrio, ma lo pro-
vò con alquante ragioni, che da molti ſi pigliano
come evidenti, e che voi avrete ben lette. So, ri-
ſpoſi, che già le leſſi; ma ora non le ho a memo-
ria; ben parmi, quando le leſſi, che più, che le
ragioni, mi moveſse l’ autorità dell’ uomo; alla.
quale però abbiamo detto di non volere ora atte-
nerci. E ſe io non aveſſi molti eſempi nella na-
tura, che mi rendono alquanto probabile la con-
tinuità, le ragioni di Bernulli non me l’ avrebbo.
no fatta mai parer tale. Ma dir ciò è nulla, eſsen-
doci di quelle ragioni dimenticati e voi et io; il
che è anche argomento, che non ci doveſser pa-
rere di tanto peſo. Qui ridendo il Signor D. Nic-
cola, la voſtra dimenticanza, diſse, non vi ſervi-
rà punto a sſuggir di dirne il parer voſtro; per-
chè io ho qui il libro del Padre Riccati, in.
cui ſono le ragioni ſteſse di Bernulli, tradotte nel-
la noſtra volgar lingua diligentemente, et io poſso
leggervele così che la dimenticanza non vi ſcuſi;
oltreche il luogo, che le contiene, è aſſai breve,
ne a leggerlo ſi richiederà troppo lungo tempo. Be-
ne ſtà, diſſe la Signora Principeſſa; et io avrò ca-
ro, che noi chiudiamo il noſtro preſente ragiona-
mento, conſiderando le ragioni di quel valentiſſi-
mo uomo; perchè ſe io ben conoſco queſte