Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752
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252228DELLA FORZA DE’ CORPI li, volendo paſsare a quella ſua conſeguenza, che
egli ſi avea propoſto:
cioè, che i corpi duriſſimi
non poſsan ne eſsere ne ſupporſi:
e volendo per-
ciò incominciare dal principio della continuità,
egli non lo aſsunſe già così ad arbitrio, ma lo pro-
vò con alquante ragioni, che da molti ſi pigliano
come evidenti, e che voi avrete ben lette.
So, ri-
ſpoſi, che già le leſſi;
ma ora non le ho a memo-
ria;
ben parmi, quando le leſſi, che più, che le
ragioni, mi moveſse l’ autorità dell’ uomo;
alla.
quale però abbiamo detto di non volere ora atte-
nerci.
E ſe io non aveſſi molti eſempi nella na-
tura, che mi rendono alquanto probabile la con-
tinuità, le ragioni di Bernulli non me l’ avrebbo.

no fatta mai parer tale.
Ma dir ciò è nulla, eſsen-
doci di quelle ragioni dimenticati e voi et io;
il
che è anche argomento, che non ci doveſser pa-
rere di tanto peſo.
Qui ridendo il Signor D. Nic-
cola, la voſtra dimenticanza, diſse, non vi ſervi-
rà punto a sſuggir di dirne il parer voſtro;
per-
chè io ho qui il libro del Padre Riccati, in.

cui ſono le ragioni ſteſse di Bernulli, tradotte nel-
la noſtra volgar lingua diligentemente, et io poſso
leggervele così che la dimenticanza non vi ſcuſi;

oltreche il luogo, che le contiene, è aſſai breve,
ne a leggerlo ſi richiederà troppo lungo tempo.
Be-
ne ſtà, diſſe la Signora Principeſſa;
et io avrò ca-
ro, che noi chiudiamo il noſtro preſente ragiona-
mento, conſiderando le ragioni di quel valentiſſi-
mo uomo;
perchè ſe io ben conoſco queſte

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