Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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253229LIBRO II. che andiam radendo a ſiniſtra, noi ſiamo già ſotto
Baja, e poichè il vento s’ è fatto alquanto gagliar-
detto, non andrà molto, che noi ſaremo à Poz-
zuolo.
Mentre la Signora Principeſſa così diceva,
il Signor D.
Niccola traſſe fuori il libro, e rivol-
gendone quà e là le carte, s’ avvenne alla pagina
343, ove vide, che il Padre Riccati, parlando di
Bernulli, dice aver lui fatto vedere chiariſſimamen-
te, che un corpo, il qual ſia d’ una perfetta durez-
za, involve maniſeſta contradizione.
Oh! qui,
diſſe, dovrebbon eſſere le ragioni, onde Bernulli
dimoſtra la continuità.
E guardando alla ſeguente
pagina:
eccole diſse, e cominciò a leggere = In
effetto un ſomigliante principio di durezza non po-
trebbe eſiſtere.
Egli è una chimera, che repugna alla
legge generale, che la natura oſſerva coſtantemente
in tutte le ſue operazioni.
Io parlo di quell’ ordine.
immutabile e perpetuo, ſtabilito dalla creazione dell’
univerſo, che ſi può appellare legge di continuità,
in virtù della quale tutto ciò, che s’ eſeguiſce, ſi
eſeguiſce per gradi infinitamente piccioli = Fin qui,
diſſi io allora, interrompendolo, non altro ſi fa,
che propor la coſa con gran pompa di parole;
niente ſi prova, ne ſi dimoſtra. Abbiate pazienza,
diſſe il Signor D.
Nicola; che quì cominciano le
prove;
et eſſendoſi di nuovo poſto a leggere, re-
citate le prime parole = Sembra, che il buon ſenſo
detti = riſtette alquanto, e ſorridendo diſse:
voi
direte queſta eſſere una di quelle forme piene di
modeſtia, con cui cominciano i pauroſi, per

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