Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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254230DELLA FORZA DE’ CORPI poi con orgoglio. Certo, diſſi, le dimoſtrazioni
dei geometri non ſoglion così cominciarſi:
Sembra
che il buon ſenſo detti.
Ma queſto che fa; ſe le ra-
gioni, che ſoggiugne Bernulli, ſieno chiariſſime,
et evidentiſſime?
Però leggetele. Allora il Signor
D.
Nicola ricominciò = Sembra che il buon ſenſo
detti, che verun cangiamento non poßa farſi per ſal-
to;
per ſalto non opera la natura. Non v’ ha coſa,
che paſſar poſſa da una eſtremità all’ altra ſenza paſ-
ſare per tutti i gradi di mezzo = Qui non potendo
tenermi, ſon queſte, diſſi, quelle dimoſtrazioni
chiariſſime et evidentiſſime?
Ma la Signora Prin-
cipeſſa interrompendomi, voi ſiete, diſſe, impa-
ziente fuor di modo;
e intanto il Signor D. Ni-
cola ſeguitò a leggere = E qual conneſſione ſi con-
cepirebbe tra due eſtremità oppoſte indipendentemente
da ogni conneſſione di ciò, che è tra mezzo?
= e let-
te queſte parole ſi fermò alquanto.
Io allora, non
fo, diſſi, ſe queſta a voi paja una ragione;
a me.
certamente o non pare, o non pare almeno di
quella tanta evidenza, che a ſtabilire un principio
infallibile, e neceſſario ſi richiederebbe.
Avendo
io così detto, e tacendomi, parve, che gli altri pur
ſi taceſſero, et io ſeguitai:
io dico dunque, che.
ſe un corpo, ſcorrendo uno ſpazio, dee paſſare da
un luogo ad un’ altro, dee paſſare altresì per li
luoghi interpoſti ſeguitamente, ſalvo ſe egli non
vi foſſe portato per miracolo;
e può dirſi, che l’
un termine di quel corſo ſi connetta con l’ altro
per la ſerie di quei luoghi, che la natura vi ha.

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