Vitruvius, I Dieci Libri dell' Architettvra di M. Vitrvvio, 1556

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255236LIBRO
La Scapha, ò uero l’Hemiſpero trouò Ariſtarcho Samio.
Queſto Horologio ſi fa ancho piu ſacilmente. egli ſi caua con gran diligenza una mezza palla giuſta, nellaquale egli ſi ha à diſſegnar l’Horo-
logio, &
l’orlo di eſſa ſi diuide in 4 parti, & una di quelle in 90, prima in tre, poi ciaſcuna in tre, & ciaſcuna delle tre in due, & ciaſcuna del
le due in cinque, egli poi ſi allarga la ſeſta una di quelle quarte, &
ſi pone il piedi della ſeſta in una, & ſi fa nella concauita uno mezzo cir-
colo, che comincia dal punto della uicina quarta alla destra, paſſa per lo centro nel fondo, &
peruiene alla ſinistra ſull’orlo alla parte opposta,
questa circonferenza rappreſenta la linea Meridiana.
Stando poi la ſeſta coſi allargata, ſi pone un piede d’eſſa ſu l’orlo al punto della quar-
ta uicina, &
ſi tira per la cõcauita all’altra parte oppoſta un’altro Semicircolo, di modo che egli ſi incroccia col primo nel ſondo, & questi
duo archi partiſcono l’Hemiſpero in quattro parti eguali, &
ſi come il primo giro rappreſſentaua il Meridiano, coſi queſto rappreſenta dal
Leuante al Ponente un Semicircolo uerticale, egli dapoi ſi numera ſopra l’orlo la eleuatione del Polo di Roma facendo l’Horologio per Roma,
&
dal principio della quarta ſull’orlo partita con un’altra ſeſta ſi piglia dal punto di quella Eleuatione lo ſpacio, che auanza ſin al compimento
1110 della quarta, dall’orlo per la concauità ſi ripporta ſul meridiano, &
iui fatto il centro, ſi piglia la ſesta prima coſi larga come era, & forma-
to l’un piede ſopra il detto punto ſi fa un Semicircolo, ilquale rappreſenta la metà dell’Equinottiale, queſti deue toccare à punto i punti del
Leuante, &
del Ponente, cioe le eſtremità del Semicircolo uerticale ſu l’orlo, & paſſar per lo Meridiano, poſta giu la ſeſta coſi allargata, ſi
piglier anno 23 gradi è mezzo ſopra la quarta gia diuiſa, e quello ſpacio ſi ripportera di ſotto e di ſopra di quel punto, doue l’Equinottiale ta-
glia il Meridiano, che tanto è la declinatione del Sole, &
posto l’un piede nel centro dell’ Equinottiale, egli ſi allarga ſin all’uno de i punti ſegna
ti alla parte oppoſta, &
ſi ſa un’arco che dall’orlo della mezza palla, per lo Meridiano paſſa nella concauita all’ altr a parte, & il ſimile ſi fa
con l’altro punto, &
quello arco che è di ſotto dal punto Equinottiale, è l’arco del Soleſtitio, & quello che è di ſopra è lo arco della Bruma,
&
coſi hauemo tre archi due eſtremi, & uno di mezzo, & nella concauità lo Analemma uiene da ſe, perche la forma rappreſenta il giuſto.
Similmente ſi faranno gli altri archi pigliando la declinatione del Sole di ciaſcun ſegno, quella del Toro di gradi 11, è mezzo, quella de Ge-
melli di gradi 20 minuti 12.
& coſi il fine del Toro nel ritorno è il principio di Leone, & il principio del Toro è il fine di Leone, è il princi-
2220 pio di Vergine, il fine di Vergine, è il principio della Bilancia, il fine della Bilancia, è il principio dello Scorpione, il fine dello Scorpione, è
il principio del Sagittario, ilqual termina nell’arco della Bruma, doue comincia il Capricorno, il cui termine è principio dello A cquario, &

il fine di Acquario, è principio de Peſci, i quali terminano nella linea dello Equinottiale.
Diſſegnate queſti Paralelli di ſegni da uno iſteſſo cen
tro, ſi parte l’arco Equinottiale in dodici parti equale, &
coſi l’arco eſtiuo, & l’arco Brumale, & con la ſeſta allargata ſi congiugnono i pun
ti eſtremi con archi tirati, che paſſano per li punti Equinottiali, &
coſi è diſſegnato l’Hemiſpero, ilquale ſi deue collocare all’ uſo con la ſua li-
nea Meridiana al Meriggie, &
la parte ſegnata eſſer deue oppoſta al Sole, & nel Polo oppoſito ſopra il Meridiano deue eſſer lo stile longo co
me è la metà del Diametro d’uno di que circoli maggiori, &
la ſua punta deue eſſer di mezzo tra i punti del Leuante, & del Ponente à liuel-
lo dell’Orizonte, cioè la doue chi tiraſſe da i quattro principij delle quarte i fili s’incrocciarebbero nel mezzo ſopra il tondo del Vaſo, con la
iſteſſa apritura della ſeſta allargata ſi ſegnano le altre hore, prima le 12 diuiſioni ſopra l’Equinottiale ſtãno ſempre ſerme, in ogni ſorte di ho-
re ma gli archi Tropici ſi partiſcono in tante parti, quante ſono le hore de i loro giorni, à Roma il maggior di ė 15 hore, l’arco della ſtate ſi
3330 partira in 15 parti, il minor dî e di hore noue, l’arco del Verno ſi partira in noue parti, &
coſi con gli archi delle hore ſi legheranno 9 pun-
ti, &
ſi ſegneranno le hore, & lo iſteſſo modo ſi far @ nella curua ſoperficie d’una palla, benche in queſto caſo, io ui ueda una difficultà di por-
re lo stile, perche per la ritondezza, non puo lo ſtile gettar l’ombre per tutto ſia quanto grande ſi uoglia, pero l’uſo di queſti Horologi è de-
bile, &
fatto per istima, & non per dimoſtratione, queſto rappreſenta la circonſerenza conueſſa dello Hemiſpero, & queste coſe ſon note à
chi intende bene la sfera, &
fu ritrouato dal medeſimo Ariſtarco Samio come dice Vitr. dicendo.
Il mede ſimo ritrouò il Diſco nel piano.
Per fare commodamente queſti Horologi biſogna hauere una ſesta con i piedi incuruati in entro, percioche meglio abbraccia la ritondezza.
L’Aragna trouò Eudoxo Aftronomo, alcuni dicono Apollonio.
Gli Horologi, che ſi ch@amano con queſti nomi, che rappreſentano alcune coſe ò naturali, ò arteficiali come ė l’Aragna, il zocco, la naue, la
foglia, i Torqueti, &
molte altre maniere ſecondo lequali noi hauemo fatto diuerſi Horologi in forma di uccelli, & d’altri animali, ſi fanno
4440 con le ragioni dell’ Eleuatione del Sole, della proportione dell’ombre, &
de gli archi Orizontali, di queſti Horologi gli Analemmi ſono al uol-
go naſcoſi, ſi come ſono aſcoſe le ruote, &
i contrapeſi de gli ſtrumenti, ma ſolo ſiuede lo effetto di fuora merauiglioſo. Però l’Aragna po-
teua eſſer uno Horologio, che haueſſe le linee dell’hore attrauerſate dai circoli, che dimostraſſero l’altezze del Sole, ſecondo la longhezza del-
l’ombra ò l’altezza del Gnomone, la cui forma e poſta nell’ Hemiſpero del Roias.
Il Plintho, ò uero il Lacunare, che è ancho nel circo Flamminio Scopa Siracuſano.
Il Plintho era un zocco, ò tronco, nelqual ſi poteua in diuerſe faccie fare diuerſi Horologi, de i quali ne daremo i precetti poi.
Parmenione fece gli Horologi ſecondo le relationi delle hiſtorie.
Credo io, che Parmenione ſecondo le eleuationi del Polo in diuerſi paeſi hauute per relatione de ſcrittori accommodaſſe gli Horologi, la do-
ue ancho.
Ad ogni clima Theodoſio, & Andrea fecero gli Horologi.
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Quelli che erano fermi ſi faceuano ſecondo la eleuatione dello Equinottiale, percioche ogni Horologio fatto nella ſoperficie Equinottiale e parti-
to in 24 parti eguali, &
ſi uſa alzando quella ſoperficìe ſecondo, che ſi leua lo Equinottiale ſopra l’Orizonte nel paeſe, doue egli ſi uole uſare,
uoltandolo al mezzodi.
Fannoſi ancho Horologi per ogni clima, che ſi uoltano ſecodo il corſo del Sole, come è quello di Gioanni Stabio,
&
quello di Pietro Appiano, lo Analemma di quelli e lo iſteſſo di Vitr. con alcune aggiunte fatte dal Mustero, da Orontio, & da altri, ma ė
coſa antica.
Patrocle trouò il Pelecino, Dioniſoporo il Cono, Apollonio la Faretra, & altre ſorti trouarono, gli ſopraſcritti, &
altri, come è il Gonarche, l’Engonato, &
lo Antiboreo.
Pelecino è detto dalla forma di Secure, che io crederei, che fuſſer o gli horologi, che hanno ſegnati i paralelli de i ſegni, come ſi uedra poi. il Cono
è formato da una regola, che ſi parte dal centro, &
ſi ſtende nello Hemiſphero di ſotto fino alle estreme declinationi de i Tropici, & le eſtremi
tà di eſſo non terminano in alcuna oppoſta ſuperficie, può ancho eſſer il Trigono zodiaco deſcritto dal Munſtero.
Ma quello, che dice Vitr.
6660 Gonarche, Engonaton, & Antiboreo, penſo io, che fuſſero horologi, che haueuano riſpetto à qualche ſegno celeſte, ò uero alle parti del Cie-
lo, ò uero alla notte, che tutti pero ſi pigliauano da i loro Analemmi.
Et coſi dalle maniere predette molti laſciarono ſcritto, come ſi haueſſero à formare gli Hrologi da uiaggio, & che ſtan-
no appeſi, da i libri de i quali s’alcuno uorrà, purche egli ſi ſappia la deſcrittione de gli Analemmi potra ritrouar-
ne i diſſegni.
L’Horologio, che Compaſſo ſi chiama, e di quelli che portan ſeco i uiandanti, Gli Anelli, Cilindri, i quadranti, i circoli piani ſono di quelli, che
ſtanno appeſi, de iquali ne ſono pieni i libri de gli Horologigraphi.
Et coſi fa fine Vitr. alla materia de gli Horologi da Sole, & eſpone gli
inuentori, &
le forme de gli horologi d’altra maniera. Noi di piu hauemo gli horologi da ruote, ò pennole, & quelli d’Arena, che ſono mir abi
li quelli per lo ingegno dello Artiſicio, queſti per la commodità, &
facilità, ci ſono ancho horologi da fuoco, fatti con fuochi, che conſumano
ogni hora tanto di stoppino, ci ſono ancho da acqua, de i quali parla Vitr.
qui ſotto. Ma noi da capo, ſecondo che imparato hauemo, ripi-
7770 gliando tutta la materia de gli horologi, eſponeremo i fondamenti di quelli, &
gli Analemmi.
Imaginamo che la linea e i dello Analemmma ſia una ſoperficie piana ſimilmente la linea a n, un’altra ſoperficie, & la linea dello ſtile continuan-
do dal centro a alla circonferenza del Meridiano ſia un’altra ſuperſicie certo è che haueremo tre ſoperficie, una ci ſerue per l’Orizonte, che è
la e i.
l’altra per la ſoperſicie Equinottiale che è la a n. La terza per la ſoperficie uerticale, cioe per un muro dritto ſopra l’Orizonte, ecco
che queſte tre ſoperficie concorrono nel punto a.
ilquale ſe imaginamo che ſia una linea toccata da tutte tre quelle ſoperficie, imaginamo poi,
che dodici linee circolari concorrendo tutto in due punti come Poli partiſchino tutte queſte circonſerenze in 24 parti, io dico, che

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