Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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258234DELLA FORZA DE’ CORPI do io negare ora, che la natura il più delle volte
la oſſervi, ſi vuol ſeguirla, ma ſempre con incer-
tezza, e con timore;
ne dir ſi dee, che ſieno aſſur-
di, e chimere, e involvano contradizion manifeſta
tutte le ſuppoſizioni, le quali poteſſero in alcun
caſo contrariarla;
perchè troppo certa conſeguen-
za ſi trarrebbe da troppo incerto principio;
e ſe
alcuna di queſte ſuppoſizioni foſse comodiſſima
ai filoſofi, come quella è de corpi perfettamente
duri, la quale così ſpeditamente ci moſtra le leg-
gi del moto, io non vorrei certo per riſpetto del-
la continuità rigettarla;
in tanto che la ſuppoſizio-
ne ſteſsa degli atomi di Epicuro, ſe non foſse per
altro aſsurda, com’ è, io non dubiterei diriceverla,
quantunque nell’ urto di due atomi poteſse indur-
ſi diſcontinuità;
perchè ben potrebbe la continui-
tà eſsere una conſuetudine, che la natura oſser-
vaſse ne corpi, e negli aſpetti ſenſibili delle coſe,
e non ne principi ultimi.
Mentre queſte ed’ altre
coſe tra noi ſi ragionavano, la nave era giunta
alle rive di Pozzuolo, ſenza che niuno di noi ſe
ne avvedeſſe.
Pure accortici, che ſtava ferma e
congiunta al lido;
la Signora Principeſsa, guar-
dato intorno, aſsai, diſse, ſi è per voi della ra-
gione de corpi duriſſimi, e della continuità diſpu-
tato.
Quello, che reſta a por fine alla quiſtione
della forza viva, rimetteremo ad’ altra ora;
e ciò
detto in piè levataſi moſtrò di voler ſmontar del
navilio, il che fecero ſimilmente tutti gli altri.
Et avviatici pian piano verſo caſa, eccoil

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