Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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262238DELLA FORZA DE’ CORPI era ſtato naſcoſto, ſogliono di queſto ſteſſo trar
pregiudicio graviſſimo.
Imperocchè conſiderando
e vagheggiando i ritrovamenti loro, tanta vanità
ne prendono, che non vogliono più lodar di nul-
la gli antichi, e gli hanno in diſprezzo, e gli deri-
dono;
e quel che è peggio, ſpaventano altamente
i giovani dal fermarſi eziandio per breve ora ad
apprendere le dottrine antiche, dicendo loro, do-
verſi avanzar le ſcienze, e non eſſere da ritornare
a quelle coſe, che già da gran tempo il mondo ſa:
il che ſe tutti faceſſero, ne foſſe più alcuno, che a
quelle ritornaſſe, non molto andrebbe, che niuno
più le ſaprebbe.
E queſti tali oltre che ſpogliano
il mondo, quanto è in loro, di tutti gli antichi
ritrovamenti, cadono anche in un’ altro errore.

grandiſſimo, per cui ſommamente nuocciono ai
preſenti uomini, et anche a loro ſteſſi;
non avver-
tendo, che i ritrovamenti antichi furono anch’ eſſi
nuovi una volta, ne ſono divenuti antichi, ſe non
per l età, che è ſucceduta loro, il che ſimilmen-
te avverrà delle preſenti invenzioni;
che perderan-
no la novità a poco a poco, e diverranno antiche,
come le altre.
Il perchè mal proveggono alla glo-
ria noſtra coloro, che, diſprezzando gli antichi,
laſciano a i poſteri un’ eſempio di diſprezzare an-
che noi.
E tanto più queſto mi par vero, quando
conſidero, che la lunghezza del tempo confonde.

inſieme moltiſſime età, e fa comune a tutte la lau-
de di ciaſcuna.
Concioſiachè ſebbene le invenzio.
ni antiche ſieno uſcite per grandiſſimi intervalli

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