276252DELLA FORZA DE’ CORPI
to S, con l’ altro ſi attacchi a un globo A, e
contraendoſi, a cagione dell’ elaſticità ſua, lo ti-
ri verſo S per uno ſpazietto infiniteſimo ap. Qui
par certamente, che ſieno da concederſi due coſe,
delle quali, come vedrete, il P. Riccati ſi vale
aſſai deſtramente. La prima ſi è, che l’ azion della
corda altro non ſia, che l’ accoreiarſi; di fatti a che
altro tende l’ elaſticità? Il quale accorciamento ſen-
za dubio miſurar ſi vuole dallo ſpazio Ap, eſſendo
chiaro, che di tanto viene la corda ad accorciarſi,
quanto eſſo ſpazio è lungo. La ſeconda coſa, che mi
par pur da concedere, ſi è, che eſſendo lo ſpazietto Ap
infinitamente piccolo, la corda preme e tira il glo-
bo egualmente in qualunque punto di eſſo; ſe già
non voleſſimo tener conto di quelle differenze,
che per la loro infinita piccolezza poſſono traſcu-
rarſi, e debbono. Onde ſegue, che il globo per
tutto quel tempo, in cui ſcorre lo ſpazio Ap ve-
nendo verſo S, ſia ſempre da una egual preſſione
ſollecitato e moſſo, ne più ne meno come un grave,
il qual cada verſo il centro della terra; e per ciò
in quel breve corſo, che egli fa da A fino in p,
oſſervi tutte le leggi della gravità, e ſia lo ſpazio
Ap proporzionale al quadrato di quella velocità,
che egli avrà acquiſtata giunto in p. Avendo fin
quì detto il Signor D. Felice, ſi tacqüe così un po-
co; et io allora, ſe voi, diſſi, non avevate altro da
proporci, non vi facea meſtieri di tanto lungo proe-
mio. Come? riſpoſe il Sig. D. Felice; io non vi ho an-
corpropoſto ne detto nulla. A me parea, riſpoſi
contraendoſi, a cagione dell’ elaſticità ſua, lo ti-
ri verſo S per uno ſpazietto infiniteſimo ap. Qui
par certamente, che ſieno da concederſi due coſe,
delle quali, come vedrete, il P. Riccati ſi vale
aſſai deſtramente. La prima ſi è, che l’ azion della
corda altro non ſia, che l’ accoreiarſi; di fatti a che
altro tende l’ elaſticità? Il quale accorciamento ſen-
za dubio miſurar ſi vuole dallo ſpazio Ap, eſſendo
chiaro, che di tanto viene la corda ad accorciarſi,
quanto eſſo ſpazio è lungo. La ſeconda coſa, che mi
par pur da concedere, ſi è, che eſſendo lo ſpazietto Ap
infinitamente piccolo, la corda preme e tira il glo-
bo egualmente in qualunque punto di eſſo; ſe già
non voleſſimo tener conto di quelle differenze,
che per la loro infinita piccolezza poſſono traſcu-
rarſi, e debbono. Onde ſegue, che il globo per
tutto quel tempo, in cui ſcorre lo ſpazio Ap ve-
nendo verſo S, ſia ſempre da una egual preſſione
ſollecitato e moſſo, ne più ne meno come un grave,
il qual cada verſo il centro della terra; e per ciò
in quel breve corſo, che egli fa da A fino in p,
oſſervi tutte le leggi della gravità, e ſia lo ſpazio
Ap proporzionale al quadrato di quella velocità,
che egli avrà acquiſtata giunto in p. Avendo fin
quì detto il Signor D. Felice, ſi tacqüe così un po-
co; et io allora, ſe voi, diſſi, non avevate altro da
proporci, non vi facea meſtieri di tanto lungo proe-
mio. Come? riſpoſe il Sig. D. Felice; io non vi ho an-
corpropoſto ne detto nulla. A me parea, riſpoſi