Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752
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277253LIBRO III. che voi aveſte detto ogni coſa; perchè il voſtro
diſcorſo non tende egli a dimoſtrare, la forza
viva dover eſſer proporzionale al quadrato della
velocità?
Or ſe l’ azion della corda è lo ſteſſo
accorciarſi, come voi dite;
e ſe l’ accorciar-
ſi ſi miſura dallo ſpazio, e lo ſpazio è pro-
porzionale al quadrato della velocità;
ſi vede ſu-
bito, che l’ azione dovrà eſſere proporzionale al
quadrato della velocità;
e per ciò anche l’ effetto,
cui potremo chiamar forza viva:
col quale argomen-
to può eſſer finita la quiſtione.
Si; ſe il Padre Ric-
cati, riſpoſe quivi quaſi ridendo il Signor D.
Fe-
lice, foſſe così frettoloſo, come voi.
Ma egli non
ha tanta fretta, e dimoſtra le coſe a ſuo comodo.
Pertanto non ſi ferma a coteſto voſtro argomen-
to;
ma paſſa più avanti, volendo far vedere la ne-
ceſſità della forza viva per mezzo della compoſi-
zione del moto.
E queſto è il fine, a cui ſi dirige
la dimoſtrazion ſua, come ſopra ho detto;
alla
quale io verrò accoſtandomi a poco a poco, giac-
chè ſopra le coſe finora dette parmi, che non abbiate
dubio alcuno.
Qui fermoſſi alquanto; e tacendo-
mi io tuttavia, feceſi innanzi il Signor D.
Nicola,
e non crediate già, diſſe, che, perchè egli ſi taccia,
vi conceda però la ſeconda delle due coſe, che
avete dette, cioè che il globo eſſendo portato da
A in p per una preſſione continva et eguale, deb-
ba per queſto oſſervare le leggi della gravità.
An-
zi di queſto, ripreſi io allora, non voglio diſputar
punto, e ſon preſtiſſimo di concederlo, ſe il

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