Gallaccini, Teofilo, Trattato sopra gli errori degli architetti
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2812DEGLI ERRORI DEGLI ARCHITETTI per i muramenti loro, avevano ordinato, che ogni fornace ſegnaſſe i ſuoi mat-
toni col ſuo impronto, acciocchè ſi ſapeſſe chi faceſſe buono, e chi cattivo la-
voro, e chi migliore, onde alcuno non rimaneſſe ingannato, potendo fare ſcelta
ſempre del migliore.
Ordine veramente di molta importanza, che dovrebbe imi-
tarſi dai moderni, e maſſime in Roma, ove ſi lavorano i mattoni di peſſima
condizione;
talchè mi pare una mancanza troppo grande il veder negli avanzi
delle fabbriche antiche i mattoni eſſerſi mantenuti tante migliaja d’anni, e dura-
re tuttora (onde Plinio nel Cap.
13. del Lib. 35. chiama le muraglie de’mat-
toni eterne, dicendo=
Grœci, prœterquam ubi e ſilice fieri poterat ſtructura, parietes lateritios prœ-
tulere.
Sunt enim œterni, ſi ad pendiculum fiant). E non eſſerſi trovata giam-
mai perſona di tanto ingegno, che abbia ſaputo rinvenire, onde ſi cavaſſe la
creta, della quale ſi formavano tali mattoni, e dove foſſero già le fornaci.
Imper-
ciocchè, quando queſti luoghi ſi trovaſſero, Roma non avrebbe biſogno di pez-
zami di tufo tenero, e di ſaſſi nel fabbricare per la mancanza di mattoni, e le
muraglie ſue ſarebbero più durevoli.
E perchè non paja, che ciò io aſſeriſca
di propria immaginazione, e per congettura, vi moſtrerò quì appreſſo gli eſem-
Pj d’alcuni ſegni di mattoni antichi ritratti dalle Note delle Antichità di Ro-
ma di Celſo Cittadini, uomo intendentiſſimo delle Antichità, maſſimamente di
Roma, e che è ſtato il primo a oſſervare, e a pubblicare ſcritti di tali mate-
rie;
da’quali ſegni ſi comprendeva, di qual cava, e di qual fornace fuſſero.
5[Figure 5]Jl Pentadrro
Trovato ſrà la Trinità de Monti
al palazzo del Gran Duca

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