Vitruvius, I Dieci Libri dell' Architettvra di M. Vitrvvio, 1556

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285266LIBRO
CAP. XIII. DELLE MACHINE HIDRAVLICE
CON
LEQVALI SI FANNO
GLI
ORGANI.
Queſta ſabrica di machina è difficile, & oſcura, ilche Vitr. afferma nel fine del preſente capo, benche egli dica hauerla chiar amente eſpoſta, &
nel
principio del medeſimo capo ci prometta di uoler ciò fare, &
toccar la coſa, quanto piu uicino ſi può, ma con ſomma breuita, & io ſtimo
che
egli ciò fatto habbia, &
eſſeguito, auenga che altri dica, che queſta norma di Vitr. ſia piu presto per un modello, che per una eſquiſita di-
2220 mostratione, affermando che Nerone tãto ſi dilettaua di queste machine Hidraulice, che conteneuano l’acqua, &
per piu canne mandando fuori
l’aere
con l’acqua inſieme ſaceuano un tremante ſuono, che tra i pericoli della uita, &
dello imperio, tra gli abbuttinamenti de i ſoldati, & de
i
capitani, nel ſopraſtante e maniſeſto pericolo non laſciaua il penſiero, &
la cura di quelle, & che poi eſſendo diuulgati i libri di Vi-
truuio
, Nerone non l’haueſſe coſi care, poi che con uulgata ragione ſuſſero ſabricate.
Et à me pare, che ſe bene minutamente Vitr. non ci
eſpona
tutte le coſe, che entrano nella detta machina, come egli ancho, non ha ſatto nelle altre preſupponendole aſſai manifeſte, pure ci dia tan
to
lume, che con la induſtria, &
con la diligenza ſi può fare quello, che egli ce inſegna, perche ancho ſe uogliamo deſcriuere la fattura de gli
Organi
noſtri che uſamo, conoſceremo chiaramente, che non potremo coſi minutamente dimoſtrare l’artiſicio loro, che non ci reſti difficulta
appreſſo
quelli, che di questi ſimili ſtrumenti non fanno profesſione, &
non ne hanno pratica, tanto piu ci deue parere strano l’antichità ſi per
la
propieta de uocaboli, ſi per la nouita delle coſe, che ſono diſuſate, benche l’organo di Vitr.
conuegna in molte coſe, con l’organo, che uſamo,
perche
nell’uno, &
nell’altro, e una iſteſſa intentione di ſonare mediante l’aere, di dar le uie allo ſpirito per certi canali, che entri nelle canne,
3330 che quelle ſe otturino, &
aprino al piacer noſtro, che s’accordino in proportione di muſica, che ſiano diuerſe, & facciano diuerſi ſuoni, &
ſimil
coſe, che di necesſità ſono in questi organi, e in quelli, benche altrimenti ſi ſacciano, percioche io non trouo, che gli antichi uſaſſero i man
tici
, benche ſi ſeruiſſero di coſe, che faceuano lo iſteſſo effetto riceuendo l’aere, &
lo ſpirito, è ſcacciandolo ſecondo il biſogno, come nella ma-
china
di Cteſibio dimoſtrato hauemo.
Herone ſimilmente deſcriue una machina Hidraulica, laquale inſieme altre coſe, è quaſi in mano d’ogni
ſtudioſo
, &
noi per diletto poſto hauemo nella lingua noſtra i libri di quello autore. Per eſponere adunque quanto s’intende dalle parole di Vit.
& quello, che con la industria, & lume dello ingenioſo Marcolino hauemo. lo dico, che per fare la machina Hidraulica biſogna prima fare un
baſamento
di legname, affine che ſopra eßo tutto l’apparecchio dell’Organo ſi fermi, e ſpecialmente un’arca, ò uaſo di rame, nelquale ſi ha da
por
l’acqua dapoi ſopra la baſa dalla deſtra, &
dalla ſiniſtra dalle teſte ſi drizzano alcune regole contenute inſieme da altre attrauerſate à mo
do
di ſcala, &
ſono come un telaro della machina, in queste regole ſi ſerrano alcuni moggetti di Rame, come quelli della machina Cteſibica ſo-
prapoſta
, queſti hanno i lor fondelli, ò cerchielli mobili fatti à torno con diligenza, &
ſono come maſcoli, che entrano ne i moggetti, anzi come
4440 que legni, che entrano ne i gonfietti da le palle da uẽto, &
ſono inueſtiti di lana, ò di feltre, & di pezze come i gonfietti, queſti moggietti ſon
dritti
, &
uengono à riferire nell’arca di rame, hanno di ſopra i manichi, & le catene, che calano in esſi à modo delle trombe di naue, queſte ca
tene
eſcono dalla bocca di alcuni Delfini coſi formati per adornamento, &
ſono coſi chiamati (come dice il Marcolino) dal mouimento loro,
che
ſi raſſomiglia allo effetto, che ſanno i Delfini nel ſuo apparire fuori &
rittuffarſi nell’acqua; & è uero, et coſi come noi chiamamo gallo
quello
ſtrumento, che apre che ſi uolge in una canna, et apre lauia all’acqua, che eſce di qualche uaſo, coſi quel delfino era uno ſtrumento, dalla
bocca
delquale pendeuano le catene, lequal catene erano attaccate ad una per capo, laqual stanga era bilicata, &
staua in uccello, come dicemo
noi
, nel mezzo, ſopra una regola dritta.
Nell’arca di rame era come un trammoggio riuerſo, alzato dal ſondo dell’arca tre dita con certi taſ-
ſelli
, &
queſto ſi ſaceua per tenir il trammoggio alzato dal ſondo dell’arca, accioche l’acqua ui poteſſe entrare di ſotto uia queſto trammoggio
non
haueua fondo, &
l’acqua, che era nell’arca, era poſta per premer l’aere, che entraua per alcune canne nel trammoggio, ſi come nelle piue
paſtorali
ſi preme il cuoio, che rittiene il fiato, e coſi queſt’acqua oppreſſa dallo aere lo ſcacciaua conforza all’in ſu per una tromba, che era
5550 in capo del trammoggio laqual tromba, portaua lo fiato, &
lo ſpirito in una caſſetta della quale Vitr. parla in queſto modo.
Bello Artificio è queſto, & degno di conſideratione, ſopra la canna del trammoggio nella teſta è congiunta una caſſetta di legno, queſta rice-
ue
il fiato che uiene dalla tromba, ò canna del trammoggio, &
lo riſerua per mandarlo in alcuni canali fatti ſopra una regola larga al nu-
mero
de i registri, queſti canali, che ſono per la longhezza del canone, hanno per trauerſo alcuni ſori, &
ſopra il compommento di que-
ſtaregola
con i canali e fori ſuoi, ui è una tauola, che copre ogni coſa &
ſerra(diro coſi)per tutto, e copre il canone; questa è detta il ſom-
miero
, &
ha tanti fori nella ſoperficie ſua di ſopra, quanti ſono i fori ſatti ne i canali, & ſi ſcontrano benisſimo; queſti fori ſono fat-
ti
ſecondo il numero delle canne, che ſuonano, lequal canne ſtanno dritte ne i bucchi del ſommiero;
hauendo noi adunque i canali forati, &
la
tauola forata con riſpondenti fori.
Interponemo alcune regole tra la tauola, & i canali, lequali paſſano da un lato all’altro, & ſono ſi-
7770 milmente forate con fori riſpondenti alli fori del canale, &
del ſommiero; ma ſono fatte in modo, che calcando i loro manichi, che uenghi-
no
in fuori ſi posſino riuolgere, et col ſuo uolgimento facciano rincõtrare i loro bucchi con i bucchi de i canali, et del ſommiero, accioche il fia-
to
poſſa uſcir alle canne dell’organo, i manichi uer amente ſono come cadenazzi in forma di tre membri, hanno queſti manichi attaccati al-
cune
anella, nelle quali ſi ſerrano le lenguelle di tutti i detti ſtrumenti, cioe di tutti i taſti;
queſte lenguelle erano come pendole, ò di duro

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