300276DELLA FORZA DE’ CORPI
piccola;
imperocehè quella differenza, percui l’ ef-
fetto eccedeſſe la ſua cagione, ſarebbe ſenza cagio-
ne; e tanto è impoſſibile, che ſia ſenza cagione u-
na particella infinitamente piccola, quanto che.
ſia ſenza cagione il mondo tutto; il qual po-
trebbe eſſere anch’ egli infinitamente piccolo, ſe ſi
paragonaſſe con un’ altro mondo infinitamente.
più grande. Se dunque il Padre Riccati cerca di
ſoſtenere una legge dei metafiſici, e acquiſtar gra-
zia appreſſo loro; vegga di non commettere co’ſuoi
calcoli qualche peccato infiniteſimo, che eſſi non.
gli perdoneranno. Ma a ciò penſerà egli. Io aſpet-
to intanto, che voi mi dimoſtriate, come l’ azio-
ne, con la quale il globo A preme il piano AD, ſia
azione infinitamente piccola. Avendo io così det-
to, era già il Signor D. Felice diſpoſto di ſoddis-
farmi; ma il Signor Conte della Cueva, che volge-
va ancor nell’ animo le coſe poc’ anzi dette, lo in-
terruppe, et a me volto, non vorrei, diſſe, ritar-
dare l’ aſpettazion voſtra; pure prima di udire la.
dimoſtrazion, che aſpettate, vorrei, che udiſte una
difficoltà, che ora mi è nata ſopra quello, che di-
cevate poc’ anzi. Siete contento, che io la vi dica?
Contentiſſimo, riſpoſi; poichè ritardandomi un.
piacere, me ne fate un’ altro non minore; ne però
mi togliete la ſperanza di quello, che mi ritardate.
Dite dunque a piacer voſtro. Allora il Sig. Conte
così cominciò. Voi dicevate, che la preſſione per
ſe ſola è azione; e però quella potenza, che pre-
me, benchè non ne ſegua l’ effetto del
fetto eccedeſſe la ſua cagione, ſarebbe ſenza cagio-
ne; e tanto è impoſſibile, che ſia ſenza cagione u-
na particella infinitamente piccola, quanto che.
ſia ſenza cagione il mondo tutto; il qual po-
trebbe eſſere anch’ egli infinitamente piccolo, ſe ſi
paragonaſſe con un’ altro mondo infinitamente.
più grande. Se dunque il Padre Riccati cerca di
ſoſtenere una legge dei metafiſici, e acquiſtar gra-
zia appreſſo loro; vegga di non commettere co’ſuoi
calcoli qualche peccato infiniteſimo, che eſſi non.
gli perdoneranno. Ma a ciò penſerà egli. Io aſpet-
to intanto, che voi mi dimoſtriate, come l’ azio-
ne, con la quale il globo A preme il piano AD, ſia
azione infinitamente piccola. Avendo io così det-
to, era già il Signor D. Felice diſpoſto di ſoddis-
farmi; ma il Signor Conte della Cueva, che volge-
va ancor nell’ animo le coſe poc’ anzi dette, lo in-
terruppe, et a me volto, non vorrei, diſſe, ritar-
dare l’ aſpettazion voſtra; pure prima di udire la.
dimoſtrazion, che aſpettate, vorrei, che udiſte una
difficoltà, che ora mi è nata ſopra quello, che di-
cevate poc’ anzi. Siete contento, che io la vi dica?
Contentiſſimo, riſpoſi; poichè ritardandomi un.
piacere, me ne fate un’ altro non minore; ne però
mi togliete la ſperanza di quello, che mi ritardate.
Dite dunque a piacer voſtro. Allora il Sig. Conte
così cominciò. Voi dicevate, che la preſſione per
ſe ſola è azione; e però quella potenza, che pre-
me, benchè non ne ſegua l’ effetto del