Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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303279LIBRO III. ſogna intendere tutti quegl’ infiniti impulſi, che
lo produſſero.
Se voi però ridurrete in una ſomma
tutti gl’ impulſi, che il corpo fermo riceve.
dalla ſua gravità in un minuto di tempo,
e ſimilmente tutti quelli, che riceve in tempo
eguale cadendo, voi troverete le due ſomme egua-
liſſime;
e l’ azione altro non è che la ſomma degl’
impulſi;
il movimento è l’ effetto. E ſebben l’ a-
zione, come voi dicevate, ſi miſura dall’ effetto, ciò
vuolſi intender per modo, che ſi miſuri non dall’
effetto, che attualmente ſegue, ma da quello, che.

ſeguirebbe, ſe non foſſe da altra cagione fraſtor-
nato.
Così l’ azione, che eſercita la gravità per
un minuto di tempo in un corpo, il quale ſia ſo-
ſtenuto e fermo, dee miſurarſi da quell’ effetto, che
ella produrrebbe, ſe il corpo non foſſe ſoſtenuto;

perchè il dire, che l’ effetto ſuo in quel caſo è nul-
lo, e che ella però dee miſurarſi dal nullà, è lo
ſteſſo che aſſegnarle un’ effetto contrario alla na-
tura ſua, non potendo l’ azione tendere al nulla,
ne eſſere dal nulla in niun modo miſurata.
Ma io
non vorrei, che diſtendendoci noi troppo in que-
ſta diſputa, parer poteſſe al Signor D.
Felice, che
noi voleſſimo ſtudioſamente allontanarci dalla ſua
propoſta.
Voi, diſſe il Signor D. Felice, vi ſiete
ad eſſa accoſtati più forſe, che non credete;
e cer-
to più, ch’ io non voleva;
perchè tali coſe avete
ultimamente dette, che appena laſciano luogo a.

quello, che io era per dirvi.
Imperocchè la mia
propoſta, la quale è ancora del Padre

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