Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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306282DELLA FORZA DE’ CORPI m’ accorgo, maſſimamente diſidera : e ſe a ſtabilir
ciò, vuolſi, che l’azion della corda ſia lo ſteſſo che
l’ accorciarſi;
e che ſi miſuri dallo ſpazio; e che il
globo nel primo ſuo moverſi oſſervi le leggi della
gravità;
e che il premere non ſia agire; e voi digra-
zia concedetegli ogni coſa, acciocchè poſſiamo ſi-
nalmente udire a qual fine giunga la dimoſtrazio-
ne.
Allora io rivolto al Signor D. Felice, meno,
diſſi, non vi volea della Signora Principeſſa di Co-
lobrano, perchè tante coſe ad un tempo vi ſi con-
cedeſſero.
Ma ella può quanto vuole. Voi dunque
venite alla dimoſtrazione.
Riſe un poco il Signor
D.
Felice, poi cominciò: ſia un corpo A (volgete
11F.V. l’ occhio alla figura quinta ) ſtimolato da due po-
tenze ſecondo due direzioni AS, AC, che facciano
un’ angolo acuto ( potrei ſupporre l’angolo d altra
maniera;
ma io ſeguo la ſuppoſizione p@ù comoda );
e ſieno le potenze tra loro come le due linee AB,
AC, le quali linee voglio, che ſi prendano nelle,
direzioni medeſime.
Egli è ſtabilito tra i meccanici,
che il corpo ſi incamminerà per AD, diagonale,
del parallelogrammo BC, e la ſcorrerà in quel tem.

po medeſimo, in cui ſpinto dalla ſola potenza AB
avrebbe ſcorſo il lato AB, o ſpinto dalla ſola po-
tenza AC avrebbe ſcorſo il lato AC.
Dove ſubito
e chiaramente appariſce, che le tre velocità ſonotra
loro, come le tre linee AB, AC, AD;
e ſiccome
la linea AD è ſempre minore della ſomma dell’ al-
tre due, così ancora la velocità, con cuiella è ſcor-
ſa, è ſempre minore della ſomma dell’ altre

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