Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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311287Libro III. effetto non può eſſere, ſe non la forza viva di Lei-
bnizio.
Qui tacqueſi il Signor D. Felice; e allo-
ra la Signora Principeſsa, non mancherà, diſſe,
chi voglia contradire a queſto argomento.
Io pe-
rò ſenza contradirgli, deſidero ſolo per intender-
lo più pienamente, che mi ſoddisfacciate di un.
mio deſiderio. Se la linea AD, per cui s’ incammi-
na il corpo, non foſſe la diagonale del parallelo-
grammo BC, ma altra linea;
voi non pertanto po-
treſte prendere in eſſa un punto r, e condotte le
perpendicolari rp, rq, prolungarla tanto, che foſ-
ſe il rettangolo di AD, et Ar eguale ai due rettan-
goli di AB et Ap;
e di AC et Aq, preſi inſieme;
e in queſto caſo potreſte dire tutte le coſe, che
avete dette.
Io dimando dunque, onde avvenga,
che eſſendo il corpo ſoſpinto dalle due potenze AB,
AC, più toſto per la diagonale ſi incammini, che
per altra linea.
Dimandatene pure i meccanici, diſſe
allora il Signor D.
Felice; perchè eſſi ſono, che in-
ſegnano il corpo doverſi incamminare per la diago-
nale;
al Padre Riccati baſta di aver dimoſtrato, che,
incamminandoſi eſſo per la diagonale, l’ effetto è
pur ſempre eguale all’ azione.
Ne è però, che egli
non poſſa anche render ragione, perchè il corpo
debba più toſto ſeguire la diagonale, che prendere
altra via.
Perchè dovete ſapere, che ſecondo il Pa-
dre Riccati, che in ciò s’ accorda all’ opinione de-
gli altri meccanici, le due potenze AB, AC non ſo-
lo traggono il corpo per una terza linea AD, ma
anche contraſtan tra loro premendoſi l’ una l’

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