Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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324300DELLA FORZA DE’ CORPI zioni acceleratrici, ma generalmente tutte le
azioni
, che finger ſi poſſono;
e non ne eſclu-
dono
pur le preſſioni.
Ne biſogna per voler di-
fendere
il lor principio, mutar la ſignificazione
dei
termini, con cui lo propongono, ne intendere
per
azione altro, che quello, che intendon eſſi;
perchè chi fa altrimenti, non difende il lor prin-
cipio
, ma lo cangia.
Volendo io dir più oltre, il
Signor
D.
Serao mi interruppe, e diſſe: i voſtri
metafiſici
non potrebbono eſſere ingannati eſſi, et
aver
preſo per azione quello, che veramente azio-
ne
non ſia?
perchè voi pare, che alla metafiſica cre-
diate
ogni coſa, e l’ abbiate per infallibile.
Io cre-
do
, riſpoſi, che la metafiſica abbia principj più ſi-
curi
, che qualunque altra ſcienza;
anzi credo, che
le
altre ſcienze non ne abbiano niuno ſicuro, ſe
non
ſe quelli, che prendono in preſtito dalla meta-
fifica
;
gli altri tutti, che traggono dall’ oſſervazio-
ne
, recano ſempre con loro qualche timore, et eſ-
ſendo
certi nei caſi particolari, in cui ſi oſservano,
perdono
molto della loro certezza, faccendoſi uni-
verſali
;
il che non interviene dei principj metafi-
ſici
, i quali non per varie oſſervazioni, e per lun-
ghezza
di tempo, ſi manifeſtano, ma ſubito e per
ſe
ſteſſi.
Ma venendo al propoſito, io riſpondo,
che
ſe i metafiſici aveſſero malamente inteſo l’ a-
zione
, comprendendo ſotto queſta voce alcuna
coſa
, che azione non foſſe, e in cui non doveſſe
valere
quel lor principio;
io direi più toſto il
principio
loro eſſer falſo, che ſoſtenerlo come

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