Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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331307LIBRO III. non ſo, diſſi, quello, che prometter mi debba dei
meccanici.
Parmi bene, che o niuno, il che è più
da credere, gli conoſcerà, o gli conoſceranno for-
ſe una volta imetaſiſici, ai quali ſoli è dato di con-
templar le coſe ſuperiori alla materia.
E vi par’ e-
gli, diſſe allora la Signora Principeſſa, che quella
virtù, che move i corpi, ſia tanto ſuperiore alla.
materia, che non poſſano ſperar di conoſcerla an-
che i ſiſici?
Io l’ ho, riſpoſi, per tanto ſuperiore,
ch’ io non credo, lei eſſer corpo in niun modo, e
la ripongo in un’ ordine molto più nobile, e più
ſublime.
Di che è anche argomento il vedere, che
i fiſici non ne cercano gran fatto la natura, e quaſi
non ſi arriſchiano di diſputarne.
I metafiſici ſono
più animoſi.
E ſono anche, diſſe la Signora Prin-
cipeſſa quaſi ridendo, più oſcuri, e ſi perdono die-
tro a quiſtioni inutili.
Non dite: riſpoſi; perchè
s’ io v’ entraſſi nelle utilità grandiſſime e moltiſſi-
me della metaſiſica, non ſo, qual fine poteſſi por-
re al mio ragionare.
Che oltre che tutte le ſcienze
hanno tolto i loro principj dalla metafiſica, ne ſi
tengon certe e ſicure, ſe non quanto ſeguono quel-
li;
voi potete anche facilmente vedere, quanto el-
la largamente ſi eſtenda in quello ſtudio, che ap-
part:
ene alla vita et ai coſtumi, moſtrandoci la
bellezza della virtù, nel che i fiſici non hanno par-
te alcuna, e ſcorgendoci alla vera felicità.
E la
giuriſprudenza, e la teologia, e tutte quell’ al-
tre diſcipline, in cui contengonſi o il gover-
no delle famiglie, o il reggimento dei popoli,

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