Gallaccini, Teofilo, Trattato sopra gli errori degli architetti

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4024DEGLI ERRORI DEGLI ARCHITETTI ottenuto buon fondamento, onde finalmente rovina. Per la qual coſa, ſecondo
l’avvertimento dell’Alberti, non biſogna contentarſi, trovato il terreno ſodo,
avendo cavato poco addentro, e in una ſola parte, ma ſi deve cavar più giù,
tanto che ſi trovi il terreno ſodo, fermo, ſtabile, unito, non poroſo, nè ca-
vernoſo, e buono per iſtabilirvi i fondamenti:
e così dee farſi fondando le mu-
raglie per iſchivare ogni inconveniente.
Nella ſteſſa guiſa, trovato buon terreno in una parte, ſi dee vedere, ſe in
un’altra ſi trova, e non trovandoſi, ſi dee cavar più al baſſo;
poichè il terre-
no ſodo non ſi trova nel medeſimo piano;
concioſſiachè le parti della terra ſon
fatte a falde, e alla guiſa delle ſcaglie delle cipolle, ſecondo l’incurvamento,
e ſecondo la pendenza dei monti, dei colli, e delle valli.
E non oſſervandoſi
queſte coſe, ſi commette graviſſimo errore;
poichè la muraglia poco indugia
a dar ſegno di rovina.
Ma ſe il detto terreno ſarà renoſo, e ſmoſſo, e ſciolto,
ſarà error peggiore il fabbricarvi, mentre in eſſo non ſi poſſono ſtabilire le mu-
raglie non ſolo per lungo tempo, ma nemmeno per breve.
Adunque, per non
errare, dee ogni Architetto eſſere informato di tutte le ſpecie di terreni.
Però di-
ciamo, che il terreno, ove ſi ha da fabbricare, o è per tutto ugualmente ſodo,
e queſto è ottimo per farvi i fondamenti, che è di più ragioni;
poichè altro è
cosi duro, che appena ſi può tagliare col ferro, ed è uua ſpecie di tufo la mi-
gliore di tutte:
altro non è così ſodo; ma tutta via reſiſte ottimamente al pe-
ſo:
od è un terreno, che nereggia; e queſto è buono per fondamenti, mentre
è più arido:
od è un altro, che biancheggia; e queſto è più debole; onde po-
tendoſi fuggire, ſarebbe errore il fabbricarvi;
poichè in eſſo le fabbriche non poſ-
ſono avere buono, e perpetuo fondamento, qualora non vi ſi ſuppliſca coll’arte,
cioè, facendo i fondamenti molto più groſſi e fortificandogli intorno con con-
trafforti, o con ſperoni, o con barbacani;
ovvero almeno fortificandogli verſo
la parte, che inclina:
ed altro è un terreno tutto creta, o cretoſo, e queſto nei
fondamenti è fallace, eſſendo ſoggetto all’umido, per cui cede al peſo, e ſi muo-
ve, eſſendo fatto a modo di falde (come ſi è detto altrove) e fra una falda, e
l’altra trovandoſi una ſpecie di terra bianca, la quale è di ſoſtanza ſottile, graſ-
ſa, e untuoſa, che è una ſpecie di morga, che da Giorgio Agricola ſi dice eſſe-
re la più graſſa terra, che ſi trovi;
la quale, toſto che ſente l’umidità, ſi fa
come un unguento, onde la falda, che le ſta ſopra, aggravata dal peſo, ſcorre,
e calando al baſſo muta luogo.
Il che è cagione, che le fabbriche rovina-
no, aprendoſi;
o tutte intiere ſi muovono inſieme col terreno, e mutan luo-
go, ſiccome alcune volte hanno fatto i campi, e le intere Città.
E perciò è
grandiſſimo errore, non eſſendo forzati, il fabbricarvi.
Ma ſe altri ſarà pur ne-
ceſſitato a porvi i fondamenti, dovrà tener queſt’ordine per aſſicurarſi bene.
Faccianſi alla muraglia dei fondamenti, ad ogni due, o tre braccia, alcuni ſpe-
roni fatti a modo di branche, ovvero a mezz’archi, i quali, come Saettoni,
o puntelli, entrino ſotto il muro dalla parte del terreno, che piega, (il che
ſi conoſce per le ſue vene) facendo il poſamento loro molto più baſſo di quello
della muraglia, e tanto lontano da eſſo, che vi ſi poſſa far l’arco, o la branca,
cavando il terreno, dove ſi dee fare a modo di mezze centine.
Il che ſi ren-
derà più chiaro col diſegno poſto quì appreſſo, e accompagnato coll’eſempio
del modo di fare i fondamenti.

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