Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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4016DELLA FORZA DE’ CORPI certo, che ella in grazia di tanto uomo vi per-
donerà.
Oltre che ſpiegandomi voi la diffini-
zione della forza viva, non ſarà già queſto un’
entrare nella quiſtione;
e ſe trattivi poi dal di-
ſcorſo pur vientreremo, la colpa ſarà della diffini-
zione ſteſſa, che vi ci avrà condotti, non voſtra.
Allora ſorridendo, e non ſapete voi, diſſi, che
la diſſinizione della forza viva è una quiſtione
eſſa pure?
perciocchè alcuni la diffiniſcono di
un modo, et altri di un’ altro, et ha in ciò una
ſomma varietà et incoſtanza?
E tal varietà anco-
ra, diſſe il Signor Marcheſe, mi ha ſempre gran-
demente ſpaventato;
parendomi quaſi impoſſibi-
le, che io doveſſi intendere una quiſtione, nella
quale quegl’ iſteſſi, che diſputano, ſeguendo
gli uni una diffinizione, gli altri un’ altra, non
poſſono quaſi intenderſi tra loro.
Anzi per que-
ſto, diſſi io allora, m’ è ſempre paruto, che la
quiſtione doveſſe eſſer più facile;
perchè ſe noi
riceveremo da ciaſcuno ſenza contraſto la
diffinizione, ch’ ei ci propone, e ſaremo conten-
ti di nominar per allora forza viva quello, che
a lui è piacciuto di così nominare, noi trovere-
mo bene ſpeſſo, che le ragioni dell’ uno non ſo-
no tanto contrarie alle ragioni dell’ altro, ben-
chè da prima pareſſero contrariiſſime, e molte vol-
te le troveremo concordi in quello, in che pare-
vano maggiormente diſcordare;
reſtando poi ſolo
da vedere, qual ſia quello, che abbia meglio dif-
finita la forza viva, e inteſo per un tal

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