Gallaccini, Teofilo, Trattato sopra gli errori degli architetti

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[41.] Fra la Longara, e il Tevere.
[42.] Sulla Riva del Tevere accanto alla Chieſa di Sant’Jacopo della Longara.
[43.] CAPO II. Degli Errori, che avvengono nei coprimenti.
[44.] CAPO III. Degli errori, che avvengono per la poca, e non diligente cura intorno alle fabbriche fatte.
[45.] CAPO IV. Degli errori, che accadono nella poca avvertenza dei condotti dell’ acque delle ciſterne, e dei pozzi, delle fogne, cioè, delle cloache, e d’altri Luoghi.
[46.] CAPO V. Degli errori dei cavamenti ſotteranei vicini ai fondamenti delle muraglie.
[47.] CAPO VI. Degli errori, che accadono nei tagliamenti delle muraglie.
[48.] CAPO VII. Degli errori, che procedono dalle nuove Cariche, le quali ſi pongono ſopra i muri vecchi.
[49.] CAPO VIII. Degli errori, che accadono nei reſtauramenti.
[50.] CAPO IX. Quanto importi il non ſervirſi degli Architetti, e il fidarſi della pratica dei Miniſtri.
[51.] LAUS DEO.
[52.] INDICE DELLE MATERIE CONTENUTE IN QUEST’ OPERA, E DEGLI Autori in essa citati.
[53.] FINE DELL’ INDICE.
[54.] OSSERVAZIONI DI ANTONIO VISENTINI ARCHITETTO VENETO CHE SERVONO DI CONTINUAZIONE ALTRATTATO DI TEOFILO GALLACCINI SOPRA GLI ERRORI DEGLI ARCHITETTI
[55.] VENEZIA
[56.] MDCCLXXI. Per Giambatista Pasquali. CON LICENZA DE’ SUPERIORI, E PRIVILEGIO.
[57.] INDICE DELLE MATERIE PER ORDINE ALFABETICO.
[58.] OSSERVAZIONI SOPRA GLI ERRORI DEGLI ARCHITETTI.
[59.] CAPO PRIMO.
[60.] Rifleſſi ſopra il preſente ſtato dell’ Architettura.
[61.] Fineſtra, e Loggia della Benedizione nel Palazzo Pontificio al Quirinale.
[62.] Fineſtra di mezzo nel Palazzo dei Conſervatori di Roma.
[63.] Porta interna nel Palazzo Borgheſe.
[64.] Porta nella Chieſa di San Giovanni Laterano, che conduce nel Palazzo Lateranenſe.
[65.] Porta interiore della chieſa di Santa Martina, e San Luca.
[66.] Una delle due picciole Porte poſte ſopra la facciata di San Pietro di Roma.
[67.] Porta entro la Baſilica Vaticana.
[68.] Porta della Chieſa del Collegio di Propaganda Fide.
[69.] Porta principale dentro la Sala del medeſimo Collegio.
[70.] Fineſtre nel ſecond’ Ordine della facciata dello ſteſſo Collegio.
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4630DEGLI ERRORI DEGLI ARCHITETTI
Ma l’obeliſco già detto fu collocato nel Circo del Vaticano da Cajo Ceſare
Caligola, che dipoi mutata la Religione in Roma, rimaſe accanto al fianco
deſtro della Chieſa di S.
Pietro edificata dal gran Coſtantino. Ed a’tempi no-
ſtri è ſtato traſportato da Siſto V.
nella Piazza di S. Pietro per opera di Do-
menico Fontana ſuo Architetto, benchè al tempo di Gregorio XIII.
ne foſſe
fatto il diſegno della macchina per traſportarlo, da Cammillo Agrippa.
Sic-
chè di lui ſi potrebbe dire ciò, che diſſe Virgilio de’ſuoi versi:
Hos ego ver-
ſiculos feci, tulit alter honores.
= Il Porto di Nerone era quello, che era det-
to Anſio, e ora poſto nella ſpiaggia Romana, a man ſiniſtra andando verſo Na-
poli, dove oggi appariſcono le reliquie, il cui ritratto ſi.
vede nel roveſcio del-
la Medaglia di detto Nerone.
Nel fondare fabbricando ſopra muraglie vecchie, cioè, ſopra rovine, oſopra
mura di caſamenti vecchj, che s’abbiano a riſtaurare, od a ridurre a miglior
forma, ſi farà grande errore, non provando molto bene prima, ſe la muraglia
ſia buona a ſoſtenere il peſo, e ſe ella ha buon fondamento, o ſe è ſtata lun-
go tempo ſcoperta, e conſumata da varj accidenti, la quale non ſi uniſce mol-
to bene colla muraglia nuova, e ſe ſi uniſce, non è durevole.
E queſta è una
delle cagioni principali, che ci fa conoſcere, non eſſer molto lodevole il fabbri-
car ſopra il vecchio.
E queſti ſono gli errori, che accadono nel fare i fonda-
menti ſecondo la varia natura, e ſecondo la diverſa diſpoſizione de’luoghi, do-
ve ſi ſtabiliſcono i fondamenti delle fabbriche.
Ora ſi debbono conſiderare gli
errori, che accadono dalla parte del modo del fabbricare i fondamenti.
Imper-
ciocchè nel fondare le muraglie ſi procede diverſamente, ſecondo la diverſità
de’luoghi.
Onde chi non opera conforme alla diſpoſizione di qualvoglia luogo,
non è ſicuro di non cadere in qualche notabile errore.
Imperciocchè i luoghi,
ne’quali ſi hanno da cavare i fondamenti delle mura, o ſono rilevati, o baſſi,
o poſti in mezzo a queſti, come ſono le ſpiagge, e le valli.
I luoghi alti ſo-
no aridi, e ſecchi, ſiccome ſono i gioghi, e le cime dei monti.
I luoghi baſſi
ſono troppo umidi, e molli, come quei, che ſono vicini al Mare, agli ſtagni,
ai laghi, a paludi, a fiumi, e a torrenti.
I luoghi di mezzo, come quelli,
che ſon pendenti, i quali del tutto non ſono ſempre bagnati, eſſendo diſpo-
ſti con pendenza, dove l’acqua non ſi ferma, nè vi si corrompe;
ma ca-
lando ſempre ſcola.
Il terreno de’gioghi non è buono per farvi i fonda-
menti, perchè facilmente ſi riſolve in rena, e in polvere.
Quello de’luo-
ghi baſſi, per la ſoverchia umidità, cede a qualſivoglia peſo di muraglia.
E finalmente quello, che è in luogo pendente, benchè per ſe ſteſſo ſia buono
per fondamenti, nondimeno tira tutto il peſo delle muraglie verſo la parte più
baſſa, onde la parte di eſſe poſta in alto, rimanendo, ſi ſtacca da quella, che
cala, e però ſi fanno aprimenti notabili, che danno indizio di certa rovina.
E
pertanto nei ſiti pendenti, ſecondo il precetto di Columella, ſi debbono comin-
ciare i fondamenti dalla parte di ſotto, e dal luogo più baſſo, acciocchè la mu-
raglia, che ſi fa nel baſſo, faccia ſpalla a quella, che ſi fa nel luogo al-
to.
Il che più ſicuramente, e con maggior forza verrà fatto, quando le mu-
ra, che ſi fanno ne’fondamenti, più baſſi, ſaranno più groſſe dell’altre.
Ma
fondando in detti ſiti, ſenza uſare le debite diligenze, s’incorre in errori dan-
noſiſſimi, non cavando nei luoghi delle fabbriche i pozzi, col mezzo dei qua-
li ſi ſcuopre la condizione di qualunque terreno, e non uſando quei rimedj ba-
ſtevoli a ſupplire ai difetti dei fondamenti.
Oltre a ciò è grandiſſimo errore il
non cavare i fondamenti in piano, che è cagione, che le fabbriche calando
più in una parte, che in un’altra, ſi aprano:
e il non purgargli bene dal fan-
go, dal ſabbione, o dalla rena, o dalla terra moſſa;
e il non cavar l’acqua,
che talvolta vi ſi trova:
e nel gittare i fondamenti, non proccurare, che i fab-
bricatori battano bene le pietre, e i mattoni, acciò meglio ſi accoſtino, e s’im-
paſtino inſieme colla calcina, poichè, quando non ſon ben battuti, ſopraggiun-
to il peſo, la muraglia ſi accaſcia, e produce aperture, e peli.
E queſti ſono i
difetti, che si cagionano dal modo di fare i fondamenti.
Rimane ora per ſi-
gillo di queſto diſcorſo la conſiderazione degli errori appartenenti alla forma

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