Vitruvius, I Dieci Libri dell' Architettvra di M. Vitrvvio, 1556
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5042LIBRO ni; bella, & ſottile inuentione; ſe coſi egli haueſſe conſiderato di dare alla ſua città da mangiare, come egli le haued prouiſto del bere dell’ac-
que.
Però di nuouo dico, che biſogna far le città in luoghi cõmodi, & opportuni, & di queſta lode meritamente eſſer deue commendata la città di
Vinetia, allaquale riſpondono tanti fiumi, tante entrate, &
tante commodità, che pare che tutto il mondo ſia obbligato à notrirla, & adornarla
che ſi puo dire, che ſi come la notrice prende il cibo altroue, della ſoſtanza delquale ella poi ne fa il latte da nodrire il fanciullo, coſi Vinetia
riceua da ogni parte il ſuo notrimento per ſoſtentare il resto dello ſtato ſuo, &
in uero appare, che la natura riſſeruati ſi habbia alcuni luoghi,
che per rarisſimi accidenti poſſono eſſer dishabitati, &
queſto per la commodità del ſito loro, come è la detta Città, & Roma, & constantino-
poli, &
molti luoghi nella Prancia, & altroue (come ſi uede,) che ſempre ſtati ſono celebrati, & frequentati per le ſopradette ragioni.
CAP. I. DELLA VITA DE GLI HVOMINI ANTICHI, ET DE I
PRINCIPII DEL VIVER HVMANO, ET DELLE
CASE ET ACCRESCIMENTO DI QVELLE.
1110
GLIHVOMINI per antica uſanza come fiere nelle ſelue, & nelle ſpilonche; e tra i boſchi naſce-
uano, &
di agreſte cibo paſcendoſi menauano la lor uita; in quel tanto in un certo luogo da i uenti
&
dalle fortune furono gli ſpesſi alberi agitati, & commosſi, & i rami ſtropicciandoſi inſieme fuo
ri ne mandarono il fuoco;
1 uicini dalla gran fiamma sbigottiti in fuga ſi miſero; ceſſata la fiamma,
&
hora queſto, hora quello auicinandoſi al fuoco, & rittrouando il fuoco eſſer di molta commodi-
tà à i corpi aggiugnendogli legna mentre, che mancaua, &
conſeruandolo ui conduceuano de glial
tri, &
accennandoſi fra loro dimoſtrauano la utilità, che di ciò ne ueniua. In quel concorſo d’huomini eſſendo le uo
ci diuerſamente dallo ſpirito mandate fuori, per la quottidiana conuerſatione fecero come lor fatto ueniua i uocabo
li delle coſe, dapoi ſignificando quelle piu ſpeſſo, &
in uſo ponendole, per quello auuenimento com inciarono à
2220 parlare, &
à quel modo tra loro fabricarono i ragionamenti. Eſſendo adunque per la inuentione del fuoco da prima
uenuto il conuerſare, &
il uiuer inſieme, & conuenendo molti in un luogo medeſimo, hauendo ancho dalla natura,
che non chinati, come gli altti animali, ma dritti andaſſero, &
la magnificenza del mondo, & delle ſtelle riguardaſſe-
ro, &
trattando (come piaceua loro) con le dita ogni coſa facilmente, comin ciarono alcuni tra quella moltitudine à
fare i coperti di fronde, altri à cauar le ſpilonche di ſotto à monti, &
altri imitando i nidi delle rondini edificauano di
loto, &
di uirgulti per far i luoghi da ridurſi al coperto. Allhora molti oſſeruando i coperti fatti da gli altri, & ag-
giugnendo à i ſuoi penſieri coſe noue, faceuano di giorno in giorno piu bella maniera di caſe, &
eſſendo gli huomi-
ni di natura docile, &
che facilmente imitar poteua, gloriandoſi ogni giorno piu delle loro inuentioni, altri ad altri di
moſtrauano gli effetti de gli edificij, &
coſi per le occorrẽze eſſercitãdo gli ingegni alla giornata ſi fa ceuano piu giudi
tioſi, &
prima alzate le forcelle, e trappoſti i uirgulti con loto i pareti teſſeuano, altri i ceſpugli, & le zoppe poi di fron
3330 delloto aſciugando faceuano i pareti commettendogli con legami, &
per iſchiuar le pioggie, le grandini, & i caldi
di, &
di cannuccie le copriuano, & poſcia, perche i coperti nõ poteuano per la tempeſta del uerno ſoſtener le pioggie
facendo i colmi, &
ſopraponendoui il loto col far i tetti pendenti conduceuano le grondi, & i cadimenti dell’acque.
Fin qui Vit. ha narrato artificioſamente à poco à poco per ordine il principio del fabricare, il mezzo, & il ſine, quanto poteua baſtare all’huma
na necesſità dico artificioſamente, &
per ordine, perche prima ha detto la cagione, che conſtrinſe gli huomini à star inſieme; che fu il co-
noſcer l’utilità, che dal fuoco procedeua;
il caſo dimoſtrò l’ utilità. Questa conſtrinſe gli huomini ad unir ſe, dalla unione nacque la fauella,
nacque la cognitione del poter operarſi con le mani, &
l’operare, & nacque la concorrenza di auanzar l’un l’altro nelle inuentioni de gli edi-
ficij.
Onde à poco à poco peruenne lo artificio nato (come dicemo nel primo libro) dalla iſperienza fondata nella natura delle coſe. Ma perche
alcuno potrebbe dubitare di queſto, ouero opponere à Vitr.
dicendogli doue hai tu ritrouato gli ingresſi dell’antica natura, che hai ardi-
mento di affermare queſte coſe?
Riſponde Vitr. & dice in queſto modo.
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Ma che queſte coſe da quei principij, che detto hauemo ſiano ſtate ordinate in queſto modo ſi puo couoſcere; percio-
che ſino al dì d’hoggi dalle nationi eſterne ſi fanno gli edificij, come in Francia in Hiſpagna, in Portogallo, in Gua-
ſcogna, doue ſi fanno i tetti di tauole ſecate di Rouere, ouero con paglie e ſtrame.
Pare à Vitr. grande argomento à prouare l’origine delle fabriche l’uſanza delle genti eſterne; & in uero è ragioneuole, che doue non è perue-
nuta la bellezza, &
la grandezza dell’arte, ſi uede il modo naturale, & ſi rittegna quello, che dalla natura à i primi huomini è ſtato dimo-
ſtrato;
perche ſi puo dire, che ogni arte habbia la ſua pueritia, la ſua adoleſcentia, il fior dell’età, & la maturità, come l’ Arch itettura che
ne i primi ſecoli hebbe i ſuoi ſgroſſamenti, crebbe nell’ Aſia, ottenne in Grecia il ſuo uigore, &
finalmente in Italia conſeguì perſetta & ma
tura dignità.
Dal principio adunque è ragioneuolele à credere che ella haueſſe quelli principij, che la necesſità dimostrò primieramente all’hu-
mana generatione, come ſi ha ȧ di noſtri eſſer nell’lſola Spagnuola, &
nelle parti del mondo ſcoperte da moderni, che le ſtanze, & le habitatio
ni fatte ſono d’ Alberi, teſſute di canne, coperti di paglie, ma di modo, che ſi ha in conſideratione la dignit à delle perſone dando piu belle, &

5550 piu grandi, &
commode habitationi a quelli, iquali fra quelle genti ottengono maggior grado. Queſto è ſtato ritrouato eſſer da i noſtri nel
ſopra detto modo;
ma poi che piu perite genti, & piu ingegnoſe hanno cominciato a praticar in que luoghi piu bella, & piu artificioſa manie-
ra di fabricare, e ſtata introdotta, lauorando i legnami, &
facendogli molti ornamenti, che non haueuano prima, & coſi di giorno in giorno
aumenteranno gli artiſicij, &
le inuentioni delle coſe, & ſi farà domeſtico il paeſe per l’humana conuerſatione, ottimo adunque è l’argomento
di Vit.
che fa coniettura dell’origine del fabricare, per quello, che a tempi ſuoi ſi trouaua in molti luoghi di gente Barbare, non uſe al uiuer
ciuile, ma ſolo alla natura ubidienti faceuano quello, che dal principio del mondo ſaceuano i primi buomini.
Dice adunque ſeguitando.
Appreſſo la natione de Colchi nel mar maggior per l’ abondanza delle ſelue con alberi perpetui iſpianati dalla deſtra, &
dalla ſiniſtra poſti in terra laſciatoui tra quelli tan to ſpacio, quanto ricerca la lunghezza de gli alberi, fannoſi gli edi
ficij, ma di ſopra nelle eſtreme parti di quegli alberi pongono altri trauerſi.
iquali d’intorno chiudono lo ſpacio di
mezzo dell’ habitatione, &
allhora dapoi le ſopra poſte traui dalle quattro parti legando, e ſtrignendo gli angoli, &
6660 in queſta maniera facendo i pareti d’alberi à piombo di quelli inalzano le torri, &
quelli ſpacij, che per la groſſezza
della materia trala ſciati ſono, con lotte, e ſcheggie otturano, &
ancho rittagliando, i tetti da gli anguli eſtremi tram
mezzano con legni attrauerſati di grado in grado raſtremandogli, &
in queſto modo al mezzo leuano delle quat-
tro parti le Piramidi, lequali &
di frondi, & di loto coprendo all’uſan za de barbari fanno i colmi teſtugginati.
Chipon mente alle parole di Vitr. ritrouer à nel preſente diſcorſo un’ordine merauiglioſo, perche prima ha ritrouato quanto può la necesſità,
&
la natura dicendo la cagione, che conſtrinſe gli huomini ad habitar inſieme; dapoi ha dimoſtrato quanto può la eſperienza, & l’uſanza, di
cendo quello, che molte genti accoſtumano difare per accommodarſi, &
diffenderſi, nelle habitationi uariamente, & ſecondo l’uſo de i luoghi,
&
delle coſe, & finalmente dir à quanto ha potuto l’ arte cerca le regolate inuentioni, & gliornamenti, & la pompa del fabricare, come Vi-
tru.
al primo cap. del Decimo conferma dicendo.
Et in tal modo quelle coſe, che auuertirono eſſer buone all’uſo, tentarono ancho con iſtudio diarte, & ordinationi per
7770 uia di dottrina à poco à poco.
Et qui ſi uedrà come la natura humana tutta fiata ſe steſſa auanza di giorno in giorno, & dal neceſſario al commodo, & dal commodo al honore
uole peruiene.
Bella, & degna coſa è, à conſiderare come l’arte ſopra la natura ſi fonda, non mutando quello, che é per natura, ma facendo-
lo piu perfetto, &
adorno, come ſi uede nel preſente capo, che Vit. per diuerſi eſſempi ci moſtra non ſolamėnte la origine del fabricare, ma i
mo di, &
le maniere naturali, che ſono preſe dall’arte à perſettione delle coſe, come ſonoi tetti, i colmi, le uolte, & altre parti, che ſono
dalla natural necesſità alla certezza dell’arte per humana ſolertia trapportate.
Seguita adunque Vitr. dicendo.

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