Bianconi, Giovanni Lodovico, Due lettere di fisica al signor marchese Scipione Maffei, 1746

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9 I
10 II
11 III
12 IV
13 V
14 VI
15 VII
16 VIII
17 IX
18 X
19 XI
20 XII
21 XIII
22 XIV
23 XV
24 XVI
25 XVII
26 XVIII
27 XIX
28 XX
29 XXI
30 XXII
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51XLIII ſecondo che ſarà ſtata maggiore o mi-
nore la quantità del vetro preſa dal ve-
trajo colla fiſtola di ferro nel fabbricar-
la, giacchè la ſola gravità della meteria
fuſa e ſtillante, è quella che fa naſcere
queſta groſſezza nel fondo e ne determi-
na il luogo da cui dee incominciare.
Per compiere queſto diſcorſo, io credo
opportuno l’aggiugnere ancora due altre
al creder mio importantiſſime rifleſſioni.
Sul principio di queſto ragionamento io
le diſſi, che gettando dentro le Caraffe
un piccoliſſimo pezzetto di corpo duro,
cadono in quell’iſtante medeſimo o qual-
che tempo dopo infrante in pezzi.
Ora
glielo replico, e le dico di più che que-
ſto tempo talora ſi reſtringe a ſoli ſe-
condi, talora a minuti, e tal volta an-
cora benchè di rado ad ore intere.
Il di-
ligentiſſimo Geſuita ſopraddetto, che col
pendolo eſattiſſimo lo ha miſurato,

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