5741PARTE SECONDA.
28[Figure 28]
Finalmente è notabiliſſimo errore, quando ſopra gli ornamenti de'Templi,
delle Cappelle, degli Altari, e delle Porte, in luogo di farvi i faſtigj, e i fron-
teſpizj interi, accomodarvi i rotti, credendo con la rottura di dar grazia all'or-
namento. Che veramente i fronteſpizj non ſono altro, che il faſtigio, e il tetto
della fabbrica. E chi è quegli, che voleſſe rompere il tetto della propria abita-
zione, per dare maggior grazia all'aſpetto della Caſa? Certamente niuno. Nè ſi
trovò mai, che gli Antichi uſaſſero di fare il fronteſpizio rotto, ma lo forma-
rono ſempre intiero, o tondo, o angolare con due pendenze, che comunemen-
te ſi ſuol dire a due acque, cioè, a due ſcolamenti d'acque, ovvero con una
ſola pendenza. E quando pure, ſecondo la licenza moderna, altri voleſſe rom-
pere il fronteſpizio, s'incorrerebbe in uno di due inconvenienti, cioè, o facendoſi
la rottura corriſpondente al ſodo delle colonne, la parte del fronteſpizio verrà
troppo anguſta; ma facendoſi tal parte maggiore del vivo delle colonne, ella
uſcirebbe fuori del ſodo, e ſtarebbe ſoſpeſa. E queſti ſon due notabili difetti nati
dal rompere i fronteſpizj. Nè perchè ne ſia ſtato inventore Michelangiolo Buo-
narrotti detto il Divino, ed eſſendo eccellentiſſimo nella Scultura, nella Pittura, e
nell'Architettura, moſſo da neceſſità, ſi dee traſportare ſimigliante uſo in ogni
propoſito, e in ogni luogo, ſenza neceſſità, e grazia alcuna: impercioccchè
quello, che una volta, e per accidente è ſtato uſato, non può, nè dee ſervire per
regola di bene operare; che gli accidenti violentano gli Artefici a partirſi dal-
la rettitudine dell'arte loro; e tal violenza non forza ſempre, ma qualche volta,
e però non può farci regola: che la regola è ſempre buona. Ma perchè meglio
s'intenda quanto ſi è detto, ſi porranno gli eſempj quì appreſſo.
delle Cappelle, degli Altari, e delle Porte, in luogo di farvi i faſtigj, e i fron-
teſpizj interi, accomodarvi i rotti, credendo con la rottura di dar grazia all'or-
namento. Che veramente i fronteſpizj non ſono altro, che il faſtigio, e il tetto
della fabbrica. E chi è quegli, che voleſſe rompere il tetto della propria abita-
zione, per dare maggior grazia all'aſpetto della Caſa? Certamente niuno. Nè ſi
trovò mai, che gli Antichi uſaſſero di fare il fronteſpizio rotto, ma lo forma-
rono ſempre intiero, o tondo, o angolare con due pendenze, che comunemen-
te ſi ſuol dire a due acque, cioè, a due ſcolamenti d'acque, ovvero con una
ſola pendenza. E quando pure, ſecondo la licenza moderna, altri voleſſe rom-
pere il fronteſpizio, s'incorrerebbe in uno di due inconvenienti, cioè, o facendoſi
la rottura corriſpondente al ſodo delle colonne, la parte del fronteſpizio verrà
troppo anguſta; ma facendoſi tal parte maggiore del vivo delle colonne, ella
uſcirebbe fuori del ſodo, e ſtarebbe ſoſpeſa. E queſti ſon due notabili difetti nati
dal rompere i fronteſpizj. Nè perchè ne ſia ſtato inventore Michelangiolo Buo-
narrotti detto il Divino, ed eſſendo eccellentiſſimo nella Scultura, nella Pittura, e
nell'Architettura, moſſo da neceſſità, ſi dee traſportare ſimigliante uſo in ogni
propoſito, e in ogni luogo, ſenza neceſſità, e grazia alcuna: impercioccchè
quello, che una volta, e per accidente è ſtato uſato, non può, nè dee ſervire per
regola di bene operare; che gli accidenti violentano gli Artefici a partirſi dal-
la rettitudine dell'arte loro; e tal violenza non forza ſempre, ma qualche volta,
e però non può farci regola: che la regola è ſempre buona. Ma perchè meglio
s'intenda quanto ſi è detto, ſi porranno gli eſempj quì appreſſo.