Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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5935LIBRO I. che a lui piaccia, fingendoſi nell’ animo una qual-
che forza, che l’ abbia prodotto, la qual cer-
to dovrà ſempre eſſere proporzionale ad eſſo.
E
voi potete, ſe vi aggrada, prendere come un’ ef-
ſetto anche la vacuità, che la palla, cadendo nel-
la materia molle, vi ha laſciato, e però fingervi
nella palla una forza a quella vacuità proporzio-
nale.
Ma come l’ effetto, che voi vi proponete
nella voſtra immaginazione, non è veramente ef-
fetto nella natura, così la forza, che lo produce,
non veramente nella natura, ma ſarà ſolo nella
voſtra immaginazione.
Il che non ſo, ſe quel vo-
ſtro ingegnere vi aveſſe conceduto.
Vedete, quan-
ti effetti potete mai immaginarvi nella caduta di
quella palla, di cui parliamo! perciocchè ella in-
duce un cavo nella materia molle, et anche vi
genera una ſuperſicie concava, e comprimendo
la materia ſteſſa, la rende più denſa;
e ſe voi pren-
derete ognuna di queſte coſe come un’ effetto,
vi biſognerà immaginar nella palla altrettante for-
ze, e tutte tra loro diverſe;
perciocchè la forza,
con cui la palla produce il cavo, dovrà eſſere pro-
porzionale alla grandezza del cavo;
e la forza,
con cui produce la ſuperſicie, dovrà eſſer propor-
zionale alla ſuperſicie;
e quella, con cui produ-
ce la denſità, dovrà eſſere alla denſità proporzio-
nale;
e voi ſapete quanto queſte proporzioni, e
miſure ſieno lontane tra loro e diverſe.
Laonde
aſſai chiaramente ſi vede, che prendendo l’ effet-
to ad arbitrio, e chiamandoſi forza viva quella.

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