Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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7147LIBRO I. po Ab; che ben ſapete, lo ſpazio, che un corpo
ſcorre, eſsere la velocità moltiplicata per lo tem-
po.
Così è, diſse il Signor Marcheſe, poichè eſ-
ſendo s lo ſpazio, il tempo t, la velocità ſarà {s/t}
che moltiplicata per t rende s.
E per ciò, ripigliai
io, il rettangoletto br, che pur ſi fa moltiplican-
do la velocità Ar per lo tempetto Ab, eſprime-
rà lo ſpazio ſcorſo in eſso tempetto Ab- Vedete
dunque, che come il corpo ſarà caduto per lo
piccoliſsimo tempo Ab, la velocità, che egli av-
rà, ſarà bc eguale ad Ar, e lo ſpazio fcorſo ſarà
il rettangoletto br.
Ma, ſcorſo lo ſpazio br, ri-
ceverà il corpo ſul principio del tempetto bd un’
altro impulſo dalla gravità eguale a quel primo,
laonde ritenendo la velocità bc, che già avea, ne
acquiſterà un’ altra ct ad eſsa eguale;
e verrà nell’
intervallo bd a ſcorrere con la velocità bt un’ al-
tro ſpazietto, che ſarà il rettangolo dt.
E qui
pur vedete, che eſsendo il corpo caduto per lo
piccioliſſimo tempo Ad, la velocità, che egli
avrà, ſarà de eguale a bt;
e lo ſpazio ſcorſo
ſarà la ſomma de due rettangoli br, dt.
E ſe
all’ iſteſso modo proſeguirete, faccendo a cia-
ſcun tempetto il ſuo rettangolo corriſpondente,
facilmente ritroverete, che eſsendo il corpo
caduto per qualſiſia aſſegnabil tempo Am, et
eſſendo mo il rettangolo corriſpondente all’ ul-
timo tempetto, la velocità del corpo ſarà mn
lato del rettangolo mo, e lo ſpazio ſcorſo

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