Bianconi, Giovanni Lodovico, Due lettere di fisica al signor marchese Scipione Maffei, 1746

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12 IV
13 V
14 VI
15 VII
16 VIII
17 IX
18 X
19 XI
20 XII
21 XIII
22 XIV
23 XV
24 XVI
25 XVII
26 XVIII
27 XIX
28 XX
29 XXI
30 XXII
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73(LXV) officina al riferir di Plinio fu in ricom-
penſa diſtrutta immediatamente ed abo-
lita, acciocchè con queſta nova ſpecie
di vetro non veniſſe a perdere di prez-
zo l’ argento e l’ oro, che fin da quei
giorni adornava in gran copia e copriva
le laute menſe Romane.
Chi può con-
cepir coſa foſſero mai quelle due tazze
di criſtallo che al dire dello ſteſſo iſto-
rico ſividero a Roma nel tempo di Ne-
rone, e che furono pagate per fino a
ſei mila ſeſterzj?
Chi mai creduto avreb-
be (per paſſare ad eſempj più recenti e
meno ſoſpetti) che il vetro poteſſe giu-
gnere ad eſſer talmente pieghevole, che
ceder poteſſe agl’ impulſi dell’ aria non
altrimenti che una tenuiſſima laſtra di
mettallo o una membrana?
e pure il Sig.
Lentilio Profeſſore di Filoſofia a Nort-
linguen fino dall’ anno 1684 nelle Efe-
meridi di Germania ce lo moſtrò in

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