Gallaccini, Teofilo, Trattato sopra gli errori degli architetti

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7357PARTE SECONDA. ciò ſi uſaſſe, si farebbero anche i piediſtalli delle colonne rotondi. E benchè
la più parte delle membra delle baſi ſi formi rotonda, accompagnando la
tondezza delle colonne, come ſono il cordone piccolo, e il grande, e il cavet-
to, e gli anelli, e regoletti, o liſtelli;
nondimeno tutti inſieme si poſano nel-
lo Zoccolo, che è quadrato, i cui angoli per maggior ſaldezza avanzano la cir-
conferenza.
Nel ſecondo modo i corpi quadrati ſi ſottopongono ai rotondi, e
dalla groſſezza loro ſi traggono le groſſezze delle colonne, che nella pianta dei
piediſtalli, che è quadrata, ſi contengono le baſi, e le colonne;
che oltre alla
forma circolare, vi ſi aggiungono gli angoli, che arrecano ſaldezza maggiore,
la quale naſce dal corpo cubico, che di ſua natura ſta ſempre in piedi, e immo-
bile:
che per tal ragione il cubo è ſtato dai Filoſofi antichi adattato alla Ter-
ra.
E ſecondo queſta ragione le colonne del primo Ordine ſi dovrebbero far
quadre, e tonde quelle del ſecond’ Ordine;
ovvero, per non variar dall’uſo,
tanto quelle del primo, quanto quelle del ſecondo si debbon far tonde.
Ben-
chè nell’ Anfiteatro fabbricato da Veſpaſiano, ſebbene Marziale per adulazione
ne attribuiſca l’onore a Domiziano (ſiccome dice Bernardo Gamucci nel ſuo
Libro delle Antichità di Roma) mentre nel principio del primo Libro degli
Epigrammi, e ſpezialmente ne’due primi dice in queſta maniera =
I.
IN AMPHITEATRUM CÆSARIS.
Barbara pyramidum ſileat miracula Memphis,
Aſſiduus jactet nec Babylona labor.
Nec Triviæ Templo molles laudentur honores,
Diſſimuletque Deum cornibus ara frequens.
Aere nec vacuo pendentia Mauſolea
Laudibus immodicis Cares in aſtra ferant.
Omnis Cæſareo cedat labor Amphiteatro:
Unum pro cunctis Fama loquatur opus.
II.
AD CÆSAREM.
Hic, ubi ſydereus propius videt aſtra coloſſus,
Et creſcunt media pægmata celſa via,
Invidioſa feri radiabant atria Regis,
Unaque jam tota ſtabat in Urbe domus.
Hic, ubi conſpicui venerabilis ampbitbeatri
Erigitur moles, ſtagna Neronis erant.
Hic, ubi miramur velocia munera tbermas,
Abſtulerat miſeris tecta ſuperbus ager.
Claudia diffuſas ubi porticus explicat umbras,
Ultima pars aulæ deficientis erat.
Reddita Roma ſibi eſt, & ſunt te præſide, Cæſar,
Delitiæ populi, quæ fuerant domini.
Nell’ordine più alto ſi veggiono le colonne quadre, che ſecondo l’ opinione co-
mune ſono d’ Ordine Compoſito, eſſendo tutte le altre tonde, e rilevate in fuo-
ri per la metà della groſſezza loro, o per due terzi, o per un terzo.
Le quali
colonne piuttoſto ſono Attiche, od Atticurghe, che Compoſite;
imperciocchè
da Plinio ſon dette Atticurghe, ſiccome ſi vede nella ſua naturale Iſtoria nel
Lib.
36. Cap. 23. , dove ſi afferma, eſſer collocate nella cima dell’Anfiteatro di
Veſpaſiano.
=
Atticurges eſſe cenſentur, quæ ſunt in ſummo Titi Veſpaſiani

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