Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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7955Libro I. coſſe, che riceve il corpo dalle particelle del fuo-
co.
Io non finirei mai, ſe voleſſi recarvi tutti
gl’ eſempj di quelle azioni, che, parendo continve,
non ſono, e intanto ci pajono, perchè la natura
ſopraſsedendo di tanto in tanto dall’ agire, e qua-
ſi ripoſandoſi, vuole che noi ſentiamo la ſua azio-
ne, e non ci accorgiamo del ſuo ozio.
E ſappia-
te, che io hò conoſciuto, non ha gran tempo,
in Roma un’ valoroſo uomo, e dotato di acu-
tiſſimo ingegno, e di profonda ſcienza, il quale
levava via ogni continvazione del corpo, volen-
do, che la materia, ond’ egli è compoſto, con-
ſiſteſſe in una moltitudine innumerabile di punti
matematici, i quali, eſſendo tutti l’ un dall’ al-
tro diſgiunti, et ora traendoſi l’ un l’ altro, et
ora cacciandoſi in varie guiſe, produceſſero tutti
gli aſpetti dell’ univerſo.
E con queſta ſuppoſi-
zione ſpiegava tante coſe, e tanto felicemente,
che la facea parer quaſi vera.
Che ſe a un così
gran filoſofo è piaciuto, che la materia, la qual
pure ſi tien da tutti per continva, altro non ſia,
che molti punti matematici diſgiunti tra loro,
e ſeparati, perchè non potrà egli piacere a noi,
che l’ azione d’ alcuna potenza, quantunque paja
continva, altro però non ſia, che molte azioni
iſtantanee, diſgiunte altresì, e ſeparate tra loro?
e ſolamente ſia nella natura perfettamente contin-
vo il tempo e lo ſpazio, i quali ſe non foſſer con-
tinvi, non potrebbono le altre coſe eſſere inter-
rotte?
Avendo io fin qui detto, e ſopraſtando

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