Gallaccini, Teofilo
,
Trattato sopra gli errori degli architetti
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0081
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PARTE TERZA.
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no, l’acqua vi ſi congela, ed offende. </
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preserve
">E ſe vi ſi raccoglie molta quantità di ne-
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lb
/>
ve, non così toſto ſe ne parte, ma vi ſi mantiene qualche tempo, e maſſima-
<
lb
/>
mente in luoghi freddi, e non molto eſpoſti al Sole; </
s
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s
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preserve
">di maniera che, conge-
<
lb
/>
landoviſi ſopra, aggrava troppo i cuoprimenti, e le armadure de’legnami, o
<
lb
/>
durano ſoverchia fatica nel reſiſtere al peſo, o ſon forzati, piegandoſi, o rom-
<
lb
/>
pendoſi, a cedere. </
s
>
<
s
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preserve
">E in quanto alla forma de’cuoprimenti coperti, come nel-
<
lb
/>
le impalcature, ſi erra non ponendole bene in piano, ed in ſquadra, e men-
<
lb
/>
tre i legnami non ſon bene ſpianati, nè ſquadrati, e mal commeſſi, e non
<
lb
/>
ben fermati nei luoghi loro. </
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<
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preserve
">Ma nella forma delle volte talora ſi fa errore,
<
lb
/>
e ſpezialmente, quando non ſi adattano ai luoghi ad eſſi convenienti, come,
<
lb
/>
dove ſta bene la volta a botte, e a tutto ſeſto, si fa la volta piana, ſenza a-
<
lb
/>
vere alcuna conſiderazione ai fianchi, ſe ſieno baſtevoli a reſiſtere alla forza
<
lb
/>
dello ſpingimento, che ella ſuol fare: </
s
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echoid-s2340
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preserve
">e così, dove ſta bene la volta a vela,
<
lb
/>
ſi faccia la volta a capiſteo, o a mezza botte con lunette: </
s
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echoid-s2341
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preserve
">e dove alcuna di
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/>
queſte ſi adatta bene al ſuo luogo, ſi faccia la volta a crociera, o la volta a
<
lb
/>
peducci, o a conca. </
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>
<
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preserve
">E in luogo di queſte, dove non ſi richiede, si facciano
<
lb
/>
le volte, o a tutta vela quadrata, o a mezza vela, ovvero a padiglione qua-
<
lb
/>
drato, ovvero tonda: </
s
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<
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echoid-s2343
"
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preserve
">e così ſenza giudizio, adattando varie forme di volte in-
<
lb
/>
differentemente, dove non convengono. </
s
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echoid-s2344
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preserve
">E tutti queſti ſono gli errori, che ap-
<
lb
/>
partengono ai cuoprimenti.</
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44
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preserve
">CAPO III.
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lb
/>
Degli errori, che avvengono per la poca, e non diligente cura intorno
<
lb
/>
alle fabbriche fatte.</
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>
<
p
>
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echoid-s2346
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="
preserve
">PErchè altri poſſa ricever piena cognizione degli errori, che ſogliono accade-
<
lb
/>
re nella poca cura delle fabriche fatte, ſi dee notare prima il fine, nel qua-
<
lb
/>
le ſi uſa fare oſſervazione intorno ad eſſe, e di poi conſiderare le maniere del-
<
lb
/>
le oſſervazioni, e quindi trattare degli errori, che naſcono mentre ſi oſſervano.</
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preserve
">Il fine, al quale ſi riguarda nella oſſervazione degli edificj fabbricati, è di due
<
lb
/>
ragioni: </
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echoid-s2349
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preserve
">l’una ſi è l’imparare dal buono eſempio col mezzo della imitazione,
<
lb
/>
il che allora ſi conſeguiſce, quando ſi oſſervano le fabbriche fatte con buona re-
<
lb
/>
gola d’Architettura, dove non ſia difetto alcuno, nè di miſure, nè di propor-
<
lb
/>
zioni, nè di conformità, nè di corriſpondenza delle parti, e dove non ſi deſi-
<
lb
/>
deri alcuna coſa. </
s
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<
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echoid-s2350
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preserve
">Dalla conſiderazione delle quali s’impara il modo di ben fab-
<
lb
/>
bricare. </
s
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echoid-s2351
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preserve
">Come accade nello ſtudio delle fabbriche antiche di Roma, e d’altri luoghi d’
<
lb
/>
Italia: </
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>
<
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echoid-s2352
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preserve
">poichè queſte ſono il vero, e il principal Libro della buona pratica dell’ Archi-
<
lb
/>
tettura. </
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>
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echoid-s2353
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preserve
">Così anche ſi può fare, oſſervando le fabbriche moderne ben fatte;
<
lb
/>
</
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>
<
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echoid-s2354
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preserve
">e finalmente oſſervando imparare dall’ eſempio delle opere mal fatte, avverten-
<
lb
/>
do gli errori, e i difetti, per eſſerne bene informati, affinchè altri gli poſſa age-
<
lb
/>
volmente ſchivare. </
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preserve
">E l’altra ſi è il conſervamento delle opere fatte; </
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preserve
">impercioc-
<
lb
/>
chè oſſervandoſi con diligenza, ſi conoſce ovunque accada qualche accidente,
<
lb
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al quale non rimediandoſi, poſſa eſſer cagione, che le opere ſi diſpongano a ma-
<
lb
/>
nifeſta rovina. </
s
>
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preserve
">E però gli errori, che accadono nell’ oſſervazione di eſſe, ſono
<
lb
/>
di molta importanza: </
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">concioſſiachè dalla mala oſſervazione naſca la poca cura,
<
lb
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e il non conoſcere il biſogno preſentaneo di riparo, per ovviare a maggiore ac-
<
lb
/>
cidente di rovina, e riſparmiare la molta ſpeſa. </
s
>
<
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echoid-s2359
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preserve
">E queſti accidenti ſi conoſco-
<
lb
/>
no per la diligente oſſervazione, che ſi adopera intorno alle fabbriche finite,
<
lb
/>
e uſate. </
s
>
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preserve
">La quale mancando, non ſi conoſce il biſogno delle muraglie; </
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>
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echoid-s2361
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preserve
">e que-
<
lb
/>
ſto non conoſciuto, le medeſime rimangono in preda d’ ogni peſſimo accidente
<
lb
/>
di rovina. </
s
>
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echoid-s2362
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preserve
">E queſta oſſervazione ſi dee fare, o circa le parti eſteriori, o intor-
<
lb
/>
no alle interiori. </
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echoid-s2363
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preserve
">Intorno alle parti eſteriori, cioè, nelle parti vicine ai fon-
<
lb
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damenti, in quelle della cima, e in quelle di mezzo. </
s
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echoid-s2364
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preserve
">Onde gli errori, o ſi
<
lb
/>
fanno non avvertendo bene le parti vicine alla terra, quando ſi marciſcono
<
lb
/>
dall’acqua, che cade dalle gronde dei tetti, o dai condotti, o dai canali, la
<
lb
/>
quale cadendovi muore, non avendo eſito alcuno, e non potendo </
s
>
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p
>
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</
echo
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