Bianconi, Giovanni Lodovico, Due lettere di fisica al signor marchese Scipione Maffei, 1746
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93LXXXV veduti circondati da tutti tutti i Frati di
quel Convento, ai quali la novità della
coſa e la curioſità non permetteva l’an-
dar quella notte a letto ad aſpettare
dormendo il ſegno del mattutino.
Avvez-
zi quei buoni Padri ad un’ altro genere
di fiſica, non potevano capire come noi
chiamaſſimo ricerche fiſiche codeſte ma-
teriali oſſervazioni, e raccontavaci ogni-
un di loro quello che credeva poterci in
eſſe dar lume.
Fra queſte novelle aſpettavamo l’ ora
del primo ſtrepito del cannone, giunto il
quale raccomandandoci con premura che
quei buoni Padri aveſſero la bontà di oſſer-
vare in avvenire quel ſilenzio che tanto a lo-
to più che ad altri doverebbe eſſer facile,
vedemo finalmente nell’ oſcuro della notte
lampeggiare ſull’ orizzonte il foco del can-
none.
Cominciaronſi allora a contare i
ſecondi, nè arrivò a noi il ſuono

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