30DISCORSO
particolari, e diſtinti:
perciò che nel principio ragiona
egli di queſte coſe generalmente, dopo diſcende alle ſpe-
tie, di che egli intende trattare, eſecondo quelle diuide
i libri; Dopò ſcopre quello, che ciaſcuna di quelle due
ſpetie ci prometta, e preſigli eſſempij ch’hanno da ſerui-
re, ne fa narratione prima cõſuſa, dopo aperta, ſteſa, e par
ticulareggiata, e finalmente conl’ordine, col quale egli
le ſtende, torna poi, come diceuamo ad inſegnarci di par
te in parte il modo da cõdurle alſine. Nel moſtrarci i mo
ti parimente ſi guardo dal diſordine, perciò che prima
volle ragionare dellocale, che ſi ſa da tutta la machina
mobile ſu le ruote della baſe, e poi di quello, che ſiſa da
ciaſcheduna imagine, e parte della Machina nel tempo
ch’ella ſtà ferma, e nõ ſi muoue diluogo: In ſegnando poi
i moti di tutra la machina prima comincia dalretto, co-
me quello che è ſimpliciſsimo, dopo trapaſſa al circulare
primo ſemplice dopo il retto: dopo inſegna il moto per
gli lati d’vn paralellogrammo di angoliretti, come di ſi-
gura manco perfetta della circulare; e finalmente viene
à quello del ſerpeggiare, come quello che per eſſere mi-
ſto di più moti, è irregolare, inordinato, e non ſemplice
come gli altri. Queſte coſe ci piace hauer voluto auerti-
re, non tanto per moſtrare la diligenza di queſto Autto-
re, laquale può eſſere à chi non è cie co per ſe ſteſſa aſſai
manifeſta, quanto per far auertito, chi ſi poneà ſcriuere
coſe tali, à fuggir, quanto più ſi può, l’inordinatezza, e la
conſuſione. Habbiamo diſcorſo aſſai ſopra le machine
in genere, e ſopra l’opera. Onder reſta che diciamo alcuna
coſa appartenente all’Hiſtoria, & alla vita dell’Autore,
perciò che diſcorrendo noiſopra vn’opera, che non è al-
tro, che vn’effetto di lui, non ſolo non è inconueniente,
ma giuſto, che eſſendone eglila cauſa, facciamo
egli di queſte coſe generalmente, dopo diſcende alle ſpe-
tie, di che egli intende trattare, eſecondo quelle diuide
i libri; Dopò ſcopre quello, che ciaſcuna di quelle due
ſpetie ci prometta, e preſigli eſſempij ch’hanno da ſerui-
re, ne fa narratione prima cõſuſa, dopo aperta, ſteſa, e par
ticulareggiata, e finalmente conl’ordine, col quale egli
le ſtende, torna poi, come diceuamo ad inſegnarci di par
te in parte il modo da cõdurle alſine. Nel moſtrarci i mo
ti parimente ſi guardo dal diſordine, perciò che prima
volle ragionare dellocale, che ſi ſa da tutta la machina
mobile ſu le ruote della baſe, e poi di quello, che ſiſa da
ciaſcheduna imagine, e parte della Machina nel tempo
ch’ella ſtà ferma, e nõ ſi muoue diluogo: In ſegnando poi
i moti di tutra la machina prima comincia dalretto, co-
me quello che è ſimpliciſsimo, dopo trapaſſa al circulare
primo ſemplice dopo il retto: dopo inſegna il moto per
gli lati d’vn paralellogrammo di angoliretti, come di ſi-
gura manco perfetta della circulare; e finalmente viene
à quello del ſerpeggiare, come quello che per eſſere mi-
ſto di più moti, è irregolare, inordinato, e non ſemplice
come gli altri. Queſte coſe ci piace hauer voluto auerti-
re, non tanto per moſtrare la diligenza di queſto Autto-
re, laquale può eſſere à chi non è cie co per ſe ſteſſa aſſai
manifeſta, quanto per far auertito, chi ſi poneà ſcriuere
coſe tali, à fuggir, quanto più ſi può, l’inordinatezza, e la
conſuſione. Habbiamo diſcorſo aſſai ſopra le machine
in genere, e ſopra l’opera. Onder reſta che diciamo alcuna
coſa appartenente all’Hiſtoria, & alla vita dell’Autore,
perciò che diſcorrendo noiſopra vn’opera, che non è al-
tro, che vn’effetto di lui, non ſolo non è inconueniente,
ma giuſto, che eſſendone eglila cauſa, facciamo