1reſtando fermo, in te ogni fauore tenne raccolto.
Adunque con M.Aurelio, P.Mini
dio, & Gn.Cornelio fui ſopra l'apparecchio delle Baliſte, & de gli Scorpioni, & alla pro
uiſione de gli altri tormenti. i quali, ſubito che mi concedeſti, molto bene per la rac
commandatione di tua ſorella ne ſeruaſti lo riconoſcimento. Et però eſſendo io per
quel beneficio tenuto, & obligato, di modo, che io non haueua a temere ne gli ultimi an
ni della uita mia la poucrtà, io ho cominciato a ſcriuere queſte coſe. Nel proemio del ſeſto
libro coſi dice.
dio, & Gn.Cornelio fui ſopra l'apparecchio delle Baliſte, & de gli Scorpioni, & alla pro
uiſione de gli altri tormenti. i quali, ſubito che mi concedeſti, molto bene per la rac
commandatione di tua ſorella ne ſeruaſti lo riconoſcimento. Et però eſſendo io per
quel beneficio tenuto, & obligato, di modo, che io non haueua a temere ne gli ultimi an
ni della uita mia la poucrtà, io ho cominciato a ſcriuere queſte coſe. Nel proemio del ſeſto
libro coſi dice.
Et però io grandiſsime, & infinite gratie rendo a i miei progenitori, i quali approuan
do la legge de gli A thenieſi, mi hanno nelle Arti ammaeſtrato, & in quelle ſpecialmen
te, che ſenza lettere, & ſenza quella raccommunanza di tutte le dottrine, che in giro ſi uol
ge, non puo per alcun modo eſſere commendata.} Nel proemio del ſecondo libro an
chora dice.
do la legge de gli A thenieſi, mi hanno nelle Arti ammaeſtrato, & in quelle ſpecialmen
te, che ſenza lettere, & ſenza quella raccommunanza di tutte le dottrine, che in giro ſi uol
ge, non puo per alcun modo eſſere commendata.} Nel proemio del ſecondo libro an
chora dice.
Ma a me, o Imperatore, la natura non ha dato la grandezza del corpo: & la ctà mi
ha deformata la faccia, & la infirmita leuate le forze: la doue eſſendo io da coſi fatti
preſidij abbandonato, io ſpero per mezzo della ſcientia, & de gli ſcritti in qualche gra
do ſalire.
ha deformata la faccia, & la infirmita leuate le forze: la doue eſſendo io da coſi fatti
preſidij abbandonato, io ſpero per mezzo della ſcientia, & de gli ſcritti in qualche gra
do ſalire.
Et altroue dimoſtra non eſſere ſtato ambitioſo, nè arrogante, nè auaro, & di ſe modeſtamen
te parlando, difende i letterati, riprende i temerarij, ammaeſtra gli imperiti, & ammoniſce con
amore, & con fede quelli, che uogliono fabricare: ſegni certißimi della bontà dell' animo, &
dell' innocenza della uita. Scriſſe dieci libri d'Architettura (come egli afferma nella fine del
l'opera,) & ſotto uno aſpetto, & in un corpo la riduſſe, raunando le parti di eſſa a beneficio di tut
te le genti, come egli dice nel proemio del quarto libro. Il modo, che uſa Vitruuio nello ſcriuere
è (come ſi conuiene) prima ordinato, dapoi con ſimplicità di uocaboli, & proprietà di parole.
del che egline rende la ragione nel proemio del quinto libro: ilquale io diſidero, che letto ſia,
prima che ad altro ſi uegna. Ma noi hauemo altre difficultà: lequali ouero ſpauentano i Letto
ri di Vitruuio, ouero ritardano gli ſtudioſi dell' Architettura: & quelle grandi ſono & potenti.
Et la prima è il poco ſapere di molti, i quali ſi uogliono dare a Vitruuio ſenza cognitione di let
tere. Altri non conoſcono il biſogno di ſapere, & ſono come Sofiſti, e V antatori: i difetti de i
quali dallo Auttore ſono in piu luoghi ſcoperti. L'altra difficultà è poſta nel mancamento de gli
eſſempi, sì delle opere antiche citate da Vitruuio, sì delle figure, che egli ci promette nel fine
di ciaſcuno de i ſuoi dieci Libri. Quelle ci inſegnarebbeno molto, & non ci laſciarebbeno il ca
rico di piu preſto indouinare, che approuare la uerità delle coſe. Ma io non uorrei, che per queſte
cagioni alcuno sbigottito ſi rimoueſſe da ſi bella, & lodata impreſa, nella quale molti di generoſo
animo affaticati ſi ſono, & tutt' hora s'affaticano, & s'affaticheranno, ſperando, che la fati
ca, & la diligentia dell' huomo ſin per ſuperare ogni humana difficultà. Io per queſta ragione
aiutato dal diletto, & dallo ſtudio, che riuiue in molti, poſto mi ſono a queſta impreſa, alla
quale èhomai tempo di entrare. Per diſponere adunque gli intelletti, accioche meglio ſia loro
dimoſtrato il ſentiero, & il fine, al quale deono peruenire, dirò, che coſa è Arte: onde naſce:
come creſce: a che peruenga. Diſtinguerò le Arti; Ritrouerò l'Architettura, & le parti di eſſa:
dichiarando l'ufficio, & il fine dello Architetto.
te parlando, difende i letterati, riprende i temerarij, ammaeſtra gli imperiti, & ammoniſce con
amore, & con fede quelli, che uogliono fabricare: ſegni certißimi della bontà dell' animo, &
dell' innocenza della uita. Scriſſe dieci libri d'Architettura (come egli afferma nella fine del
l'opera,) & ſotto uno aſpetto, & in un corpo la riduſſe, raunando le parti di eſſa a beneficio di tut
te le genti, come egli dice nel proemio del quarto libro. Il modo, che uſa Vitruuio nello ſcriuere
è (come ſi conuiene) prima ordinato, dapoi con ſimplicità di uocaboli, & proprietà di parole.
del che egline rende la ragione nel proemio del quinto libro: ilquale io diſidero, che letto ſia,
prima che ad altro ſi uegna. Ma noi hauemo altre difficultà: lequali ouero ſpauentano i Letto
ri di Vitruuio, ouero ritardano gli ſtudioſi dell' Architettura: & quelle grandi ſono & potenti.
Et la prima è il poco ſapere di molti, i quali ſi uogliono dare a Vitruuio ſenza cognitione di let
tere. Altri non conoſcono il biſogno di ſapere, & ſono come Sofiſti, e V antatori: i difetti de i
quali dallo Auttore ſono in piu luoghi ſcoperti. L'altra difficultà è poſta nel mancamento de gli
eſſempi, sì delle opere antiche citate da Vitruuio, sì delle figure, che egli ci promette nel fine
di ciaſcuno de i ſuoi dieci Libri. Quelle ci inſegnarebbeno molto, & non ci laſciarebbeno il ca
rico di piu preſto indouinare, che approuare la uerità delle coſe. Ma io non uorrei, che per queſte
cagioni alcuno sbigottito ſi rimoueſſe da ſi bella, & lodata impreſa, nella quale molti di generoſo
animo affaticati ſi ſono, & tutt' hora s'affaticano, & s'affaticheranno, ſperando, che la fati
ca, & la diligentia dell' huomo ſin per ſuperare ogni humana difficultà. Io per queſta ragione
aiutato dal diletto, & dallo ſtudio, che riuiue in molti, poſto mi ſono a queſta impreſa, alla
quale èhomai tempo di entrare. Per diſponere adunque gli intelletti, accioche meglio ſia loro
dimoſtrato il ſentiero, & il fine, al quale deono peruenire, dirò, che coſa è Arte: onde naſce:
come creſce: a che peruenga. Diſtinguerò le Arti; Ritrouerò l'Architettura, & le parti di eſſa:
dichiarando l'ufficio, & il fine dello Architetto.
Diuerſe ſono le qualità delle coſe, tra lequali una è, che Habito ſi dimanda ſecondo che
ſi dice. Far buon' habito: eſſer ben habituato: & ſimiglianti modi, che dinotano o
prendere, o poſſedere una qualità, che di là, doue è, diſſicilmente ſi poſſa leuare. Sot
to il predetto nome, ogni ſcientia, ogni arte, ogni uirtu, & ogni uitio ſi comprende. Da que
ſta cognitione lo intelletto trahe due coſe. L'una è, che egli conoſce la importanza di apprende-
ſi dice. Far buon' habito: eſſer ben habituato: & ſimiglianti modi, che dinotano o
prendere, o poſſedere una qualità, che di là, doue è, diſſicilmente ſi poſſa leuare. Sot
to il predetto nome, ogni ſcientia, ogni arte, ogni uirtu, & ogni uitio ſi comprende. Da que
ſta cognitione lo intelletto trahe due coſe. L'una è, che egli conoſce la importanza di apprende-