100XCII
cheſe Paolo Magnani Senatori ampliſsi-
mi della noſtra Città, e grandiſsimi pro-
tettori degli ſtudj. Dopo di avere con-
certato il tutto col Sig. Euſtachio Za-
notti e col Sig. Matteucci, ſollecitamen-
te mi portai alla fortezza noſtra, dive-
nuta ormai un’Oſſervatorio di fiſica. Sa-
lirono intanto queſti il colle dell’ Oſſer-
vanza col Sig. Conte Fulvio Bentivoglio,
che non ozioſo ſpettatore, ma oſserva-
tore anch’egli diligentiſsimo eſser volle.
All’ ora prima della notte eſsendo tutta-
via l’ aria più che mai nebbioſa, ſparoſ-
ſi al convento il cannone portatovi,
dal qual momento cominciaronſi a nu-
merare i ſecondi del pendolo. Giunto
immediatamente che ne fu il ſuono al-
la fortezza, dove io era coi bombardieri
tacitamente ad aſpettarlo, ſparoſſi ſubi-
to un’ altro cannone che là avevamo
già a queſt’ uopo preparato. Quelli
mi della noſtra Città, e grandiſsimi pro-
tettori degli ſtudj. Dopo di avere con-
certato il tutto col Sig. Euſtachio Za-
notti e col Sig. Matteucci, ſollecitamen-
te mi portai alla fortezza noſtra, dive-
nuta ormai un’Oſſervatorio di fiſica. Sa-
lirono intanto queſti il colle dell’ Oſſer-
vanza col Sig. Conte Fulvio Bentivoglio,
che non ozioſo ſpettatore, ma oſserva-
tore anch’egli diligentiſsimo eſser volle.
All’ ora prima della notte eſsendo tutta-
via l’ aria più che mai nebbioſa, ſparoſ-
ſi al convento il cannone portatovi,
dal qual momento cominciaronſi a nu-
merare i ſecondi del pendolo. Giunto
immediatamente che ne fu il ſuono al-
la fortezza, dove io era coi bombardieri
tacitamente ad aſpettarlo, ſparoſſi ſubi-
to un’ altro cannone che là avevamo
già a queſt’ uopo preparato. Quelli