Alberti, Leon Battista, L' architettura

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10096DELLA ARCHITETTVRA coſi) per la malignità delle continoue gocciole, che da alto impetuoſamente ad
doſſo gli caſcano;
non ſia forato, o guaſto. Oltra queſto, il pauimento, che ſo-
pra legname, o impalcature ſi diſtende, biſogna hauer cura che le oſla, dalle qua
li deue eſſer ſoſtenuto, ſieno di forze gagliarde, &
inſra loro uguali. Ilche quã
do coſi nõ fuſſe (come ſe gli aueniſſe che alcun muro, o traue ui ſuſſe poſta ſotto,
115 molto piu gagliarda che l’altra) Il pauimento in quel luogo ſi guaſterebbe, &
ſi
fenderebbe:
Imperoche nõ tenẽdo il legname ſempre il ſermo, ma mouendoſi
ſecondo la uarietà de tempi, che per li humidi ingroſſa, &
per li alidori ſi riſecca,
&
ſi riſtrigne, non è marauiglia ſe per queſta cagione, lo ammattonato ſi ſende,
durando fatica, &
cedendo al peſo le parti piu deboli. Di queſti ſia detto a ba
2210 ſtanza.
Ma io nõ uorrei pretermettere quel che è molto a propoſito; Impero-
che altri tempi, altri annuali, &
altra ſtagione, & qualità d’aria, ſi aſpetta al cauare
de fondamenti, altra a riempierli, altra ad alzare le mura, altra a ſare le uolte, &

altra al mettere delle corteccie.
Imperoche i fondamenti ſi cauano commo-
diſsimamente mentre che il Sole è in Leone, &
in eſſo Autũno, eſſendo terreno
3315 aſciutto:
Nè impedendo le troppe acque le ſoſſe. Molto accomodatamẽte an-
cora ſi riempiono certo nella primauera, &
maſsimo doue e’ ſono molto pro-
fondi:
Percioche e’ ſi ſaranno aſſai difeſi dalli ardori della ſtate, mediante il ter-
reno che ui era poſto attorno quaſi come per difenſore;
ma molto piu commo-
damẽte ſi riempierãno nel principio dell’Inuerno;
pur che quella tale Regione,
4402 non ſia ſotto il Polo, o in ſimili luoghi, talche in un ſubito egli habbino a diac-
ciarui, piu preſto che a fare la preſa.
Le Mura ancora hãno in odio i caldi ecceſ
ſiui, &
i freddi crudeli, & i ſubiti diacci, & piu che altro, il Vento Aquilone. Le
Volte inſino a tanto c’habbino fatto la preſa, deſiderano piu che altra muraglia
ſtagione ugualiſsima, &
temperatiſsima. Le corteccie porremo noi a tempo
5525 molto commodo, ſe le porremo al naſcere delle ſtelle, chiamate Gallinelle;
& in
que’ giorni finalmente, che haranno ſoffiato aſſai, &
inhumidito i Venti Au-
ſtrali.
Percioche ſe non ſarà humido del tutto, ciò che ſi harà a intonicare, o
a imbiancare, non ui ſi attaccherà coſa, che ui ſi metta, ma feſſe, &
ſpiccate l’u-
na dall’altra, cadranno, &
faranno per la ſcabroſità loro, il lauoro men bello.
6630 Ma delle corteccie, & delli Imbiancamenti, piu diffuſamente ne tratteremo a
luogo loro.
Hora hauendo finiti i Modi delle coſe, che ſi doueuano dire, paſ-
ſiamo alla conſideratione delle altre coſe, piu diftintamente.
Et primieramen
te, tratteremo di quante ſorti, &
uarietà ſieno gli edificij, & di quello, che a
qual ſi è l’uno ſi aſpetti, Dipoi de gli ornamenti de gli edificij.
Vltimamente
7735 diſcorreremo come ſi poſsino rimediare @ loro difetti, che auuenuti li ſono,
per colpa del Maeſtro, o per ingiuria de Tempi.
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