Borro, Girolamo
,
Del flusso e reflusso del mare
,
1561
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archimedes
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chap
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114
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le tenebre della oſcuriſsima notte, ma per la chiara luce del
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mezzo giorno, priegoui etiandio à ſcuſarmi, ſe io à queſta
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quarta ragione darò forſe troppo alto & troppo
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abbr
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lõtano
">lontano</
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prin
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cipio: & perche io forſe non merito ottener' da voi cotanto
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fauore, mi voglio voler' della autorita, che ha apreſſo di voi
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la noſtra Madonna Caſſandra, laquale ſi degnerà (per ſua
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corteſia & gratia) eſſer' mia auocata. </
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>CASSAN. </
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>Ne io (M Telifilo) con queſte Donne poſ
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ſo piu di voi, ne voi tanto poco potete con loro, che habbia
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te biſogno d'altro mezzo, che del voſtro, ne il voſtro molto
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ſapere ha biſogno dello altrui ſoccorſo, maſsime nel ragio
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/>
nar' d'una cauſa faciliſsima à difenderſi, come voi pur' dianzi
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/>
diceſte:
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abbr
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nõ
">non</
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dimeno tutte queſte corteſiſsime Donne, deſidero
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ſe d'udire quello, che loro piu piace, vi fanno la gratia, che
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voi chiedete, & io prometto per ogni vna di loro in tutto. </
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>FILOG. </
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>Con voſtra buona gratia adunque io dico,
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che allo Dio d'Amore in tutte le leggi, tutti gli altri Idii ſo
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no ſtati ſottopoſti: ne ſe ne truoua pur' vno, che ſia potuto
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gia mai vſcir' fuora del ſuo grandiſsimo Imperio. </
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>Cio ſi ve
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de nella Antichiſsima Legge Hebraica, & nella noſtra Chri
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ſtiana, nelle quali ſi legge che Iddio il Padre, moſſo da quel
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lo iſteſſo Amore, che lo haueua ſpinto à creare di non nulla
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il tutto, mandò il ſuo vnico & amato figliuolo in terra à pa
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/>
tire in carne humana per noi, & il figliuolo dal medeſimo
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/>
ancor' moſſo, volentieri ſi miſse à queſta impreſa. </
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>Venendo
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poi alla legge de gentili, ne Saturno, ne Gioue, ne Marte, ne
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/>
neſſuno de gli altri Dei, ſi trouò che non amaſſe, & che ad
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/>
Amore che
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nõ
">non</
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obediſſe, ſotto varie, & diuerſe forme, & hor
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/>
queſta, & hor quella ſemplice giouine Donna, ingannando,
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/>
godeuano de loro amori. </
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s
>Ne
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ſolamẽte
">ſolamente</
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cio ſi vede eſſer'vero
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nelle leggi, ma anche nella naturale Filoſofia laquale ci inſe
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gna, che quello grande, è immortale Iddio, ilquale velociſsi
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mamente muoue il primo cielo dal Leuante al Ponente, &
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dal Ponente al ſuo Leuante, in vno ſpatio piccolo di venti
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quattro hore, & ſeco tira tutti gli altri Cieli, inferiori, à coſi </
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archimedes
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