1ſolertia dell'arte, ma dalla felicità ſono ſtati abbandonati: come fu Hellas Athenieſe,
Chione Corinthio, Miagro Phoceſe, Pharace Epheſio, Bedas Bizantio, & molti altri.
Similmente i pittori come Ariſtomene Thaſio, Policle, & Atramitino, Nicomaco, &
gli altri, a i quali, nè induſtria, nè ſtudio dell'arte, nè ſolertia mancò, ma ouero la poca
robba, o la debil fortuna, o l'eſſer ſuperati nella ambitione delle concorrenze da gli auer
ſarij, poſe oſtaculo alla dignità loro. Nè però egli è da marauigliarſi, ſe per l'ignoranza
dell'Arte ſi oſcurano le uirtu: ma bene l'huomo ſi deue grandemente sdegnare, quando
ſpeſſo la gratia de i conuiti luſingheuolmente, coſi da i ueri giudicij alla falſa approbatio
ne conduca. Et però ſe (come piacque a Socrate) i ſenſi, & le opinioni, & le ſcienze cre
ſciute dalle diſcipline, fuſſero ſtate chiare, & manifeſte, non ualerebbe la gratia, non
l'ambitione: ma ſe ci fuſſe, chi con uere, & certe fatiche impiegate nello imparare le dot
trine, giunto fuſſe al colmo della ſcienza, a queſto ſi darebbe uolentieri i lauori nelle ma
ni: ma perche quelle non ſono illuſtri, & apparenti, nello aſpetto, (come penſamo che
biſognaua) & io uedo, che piu preſto gli indotti, che i dotti auanzano di gratia: non iſti
mando io, che buono ſia il cotendere con gli ignoranti di ambitione: piu preſto con
queſti precetti dimoſtrerò la uirtu della ſcienza noſtra. Nel primo libro adunque, ò Impe
ratore, ti ho eſpoſto dell'Arte, & che potere ella habbia, & di che diſcipline faccia biſo
gno, che l'Architetto ſia ornato; & ſoggiunſi le cagioni, perche coſi biſognaua, che
egli ammaeſtrato foſſe, & diuiſi in ſomma le ragioni della Architettura, & diuiſe poi, io
I'ho diffinite: & oltra queſto diſcorrendo, ho dimoſtrato quello, che era prima, & ne
ceſſario delle mura, come fare ſi debbia la elettione de i luoghi ſani: & ho dimoſtrato
con deſcrittioni di linee, quanti, & quali, & da che parte ſpirino i uenti: & ho inſegnato
di fare i giuſti compartimenti delle piazze, & de i borghi dentro le mura, & con queſto
io ho poſto fine al primo uolume. Nel ſecondo anche io ho fornito di trattare della ma
teria, che utilità ſi habbia da quella ne gli edificij, & che uirtu le dia la natura. Hora nel
terzo io dirò delle ſacre caſe de gli Dei immortali, & eſponerò in che modo eſſer deo
no diſegnate.
Chione Corinthio, Miagro Phoceſe, Pharace Epheſio, Bedas Bizantio, & molti altri.
Similmente i pittori come Ariſtomene Thaſio, Policle, & Atramitino, Nicomaco, &
gli altri, a i quali, nè induſtria, nè ſtudio dell'arte, nè ſolertia mancò, ma ouero la poca
robba, o la debil fortuna, o l'eſſer ſuperati nella ambitione delle concorrenze da gli auer
ſarij, poſe oſtaculo alla dignità loro. Nè però egli è da marauigliarſi, ſe per l'ignoranza
dell'Arte ſi oſcurano le uirtu: ma bene l'huomo ſi deue grandemente sdegnare, quando
ſpeſſo la gratia de i conuiti luſingheuolmente, coſi da i ueri giudicij alla falſa approbatio
ne conduca. Et però ſe (come piacque a Socrate) i ſenſi, & le opinioni, & le ſcienze cre
ſciute dalle diſcipline, fuſſero ſtate chiare, & manifeſte, non ualerebbe la gratia, non
l'ambitione: ma ſe ci fuſſe, chi con uere, & certe fatiche impiegate nello imparare le dot
trine, giunto fuſſe al colmo della ſcienza, a queſto ſi darebbe uolentieri i lauori nelle ma
ni: ma perche quelle non ſono illuſtri, & apparenti, nello aſpetto, (come penſamo che
biſognaua) & io uedo, che piu preſto gli indotti, che i dotti auanzano di gratia: non iſti
mando io, che buono ſia il cotendere con gli ignoranti di ambitione: piu preſto con
queſti precetti dimoſtrerò la uirtu della ſcienza noſtra. Nel primo libro adunque, ò Impe
ratore, ti ho eſpoſto dell'Arte, & che potere ella habbia, & di che diſcipline faccia biſo
gno, che l'Architetto ſia ornato; & ſoggiunſi le cagioni, perche coſi biſognaua, che
egli ammaeſtrato foſſe, & diuiſi in ſomma le ragioni della Architettura, & diuiſe poi, io
I'ho diffinite: & oltra queſto diſcorrendo, ho dimoſtrato quello, che era prima, & ne
ceſſario delle mura, come fare ſi debbia la elettione de i luoghi ſani: & ho dimoſtrato
con deſcrittioni di linee, quanti, & quali, & da che parte ſpirino i uenti: & ho inſegnato
di fare i giuſti compartimenti delle piazze, & de i borghi dentro le mura, & con queſto
io ho poſto fine al primo uolume. Nel ſecondo anche io ho fornito di trattare della ma
teria, che utilità ſi habbia da quella ne gli edificij, & che uirtu le dia la natura. Hora nel
terzo io dirò delle ſacre caſe de gli Dei immortali, & eſponerò in che modo eſſer deo
no diſegnate.
Detto ha Vitruuio nel primo libro al terzo Capo, che tre ſono'le parti dell'Architettura, una
delle quali era la edificatione: detto ha ſimilmente, che la edificatione era in due parti diuiſa,
una delle quali apparteneua alla fabrica delle opere communi, & publiche, l'altra cra poſta nel
le fabriche priuate. Ha uoluto, che le distributioni delle opere publiche fuſſero di tre maniere,
l'una pertinente alla difeſa, l'altra alla religione, la terza alla opportunità. nel medeſimo libro
ha fornito quanto s'aſpettaua alla difeſa. Doueua egli poi trattare delle fabriche pertinenti alla re
ligione, ma parendogli molto neceſſario eſponere & la materia, & il modo per ponere inſieme la
materia (ſecondo che egli ha detto) diede ſoggetto al ſecondo libro, nel quale chiaramente ha trat
tato della materia piu neceſſaria alle fabriche: eſponendo la natura, l'uſo, & le ragioni di quella; pe
rò hauendoſi sbrigato da quella, ritorna hora alla diſtributione delle fabriche pertinenti alla Re
ligione; & tratta de i ſacri tempij nel terzo, & nel quarto, abbracciando tutto il corpo della
preſente materia. per il che ſi puo dire, che qui comincia tutto il bello, che di mano, & d'inge
gno s'aſpetta dallo Architetto. Qui l'ordine ha luogo, qui la diſpoſitione diſegna, qui la ſimme
tria, & il decoro, & la gratia fanno proua, qui ſi ſente la utilità della diſtributione. nelle
quali coſe il ualore dello Architetto, la forza dell'arte, l'acutezza dello ingegno riluce. Onde
egli ſi puo dire col gran poeta.
delle quali era la edificatione: detto ha ſimilmente, che la edificatione era in due parti diuiſa,
una delle quali apparteneua alla fabrica delle opere communi, & publiche, l'altra cra poſta nel
le fabriche priuate. Ha uoluto, che le distributioni delle opere publiche fuſſero di tre maniere,
l'una pertinente alla difeſa, l'altra alla religione, la terza alla opportunità. nel medeſimo libro
ha fornito quanto s'aſpettaua alla difeſa. Doueua egli poi trattare delle fabriche pertinenti alla re
ligione, ma parendogli molto neceſſario eſponere & la materia, & il modo per ponere inſieme la
materia (ſecondo che egli ha detto) diede ſoggetto al ſecondo libro, nel quale chiaramente ha trat
tato della materia piu neceſſaria alle fabriche: eſponendo la natura, l'uſo, & le ragioni di quella; pe
rò hauendoſi sbrigato da quella, ritorna hora alla diſtributione delle fabriche pertinenti alla Re
ligione; & tratta de i ſacri tempij nel terzo, & nel quarto, abbracciando tutto il corpo della
preſente materia. per il che ſi puo dire, che qui comincia tutto il bello, che di mano, & d'inge
gno s'aſpetta dallo Architetto. Qui l'ordine ha luogo, qui la diſpoſitione diſegna, qui la ſimme
tria, & il decoro, & la gratia fanno proua, qui ſi ſente la utilità della diſtributione. nelle
quali coſe il ualore dello Architetto, la forza dell'arte, l'acutezza dello ingegno riluce. Onde
egli ſi puo dire col gran poeta.
Qui ſi parrà la tua nobilitate.