1tempo, ed è tanta la sobrietà dell'erudizione, tanta l'arte colla quale
sa nuotar fuori del gazzabuglio delle opinioni e sollevarsi alto sulla
nebbia uggiosa de'placiti delle scuole, tanta la lucidezza delle ar
gomentazioni e la oppurtunità delle esperienze, che sembra essere
stata scritta quell'opera dopo i tempi di Galileo. Se si ripensa anzi
a quella generosa e temperata franchezza, colla quale egli emenda
gli errori, in che incorsero Aristotile e Galeno e lo stesso Vesalio,
si crederà che l'Autore non iscrivesse, come Galileo stesso, in tempi
di controversie, ma nella pacifica dominazione del Metodo speri
mentale, tanto è serena la mente di Realdo Colombo nello stesso
fervoroso zelo dell'eloquente parola.
sa nuotar fuori del gazzabuglio delle opinioni e sollevarsi alto sulla
nebbia uggiosa de'placiti delle scuole, tanta la lucidezza delle ar
gomentazioni e la oppurtunità delle esperienze, che sembra essere
stata scritta quell'opera dopo i tempi di Galileo. Se si ripensa anzi
a quella generosa e temperata franchezza, colla quale egli emenda
gli errori, in che incorsero Aristotile e Galeno e lo stesso Vesalio,
si crederà che l'Autore non iscrivesse, come Galileo stesso, in tempi
di controversie, ma nella pacifica dominazione del Metodo speri
mentale, tanto è serena la mente di Realdo Colombo nello stesso
fervoroso zelo dell'eloquente parola.
Il primo libro anatomico del Cremonese tratta delle ossa. Egli
ivi diligentemente attende a descrivere le epifisi, dell'utilità delle
quali, egli dice, Galeno, d'altra parte solertissimo investigatore
della Natura, non scrisse, e ciò che più fa meraviglia, non scrisse
nemmeno il Vesalio, quippe qui ardiret cupiditate increbili in
Galenum invehendi et eius errores adnotandi. (Da re anat. edit.
cit. pag. 4). Nel divisare, delle ossa una classificazione veramente
scientifica, dice di non aver seguito gli esempii nè di Galeno an
tico nè del Vesalio moderno, intorno a che tanto vivo sente il
dovere di non dilungarsi capricciosamente dall'insegnamento dei
primi maestri, che vuol, del fatto, mostrar di averne la sua buona
ragione. “ Nam licet Galenum, tamquam numen veneremur, Vesa
lioque in dissectionis arte plurimum tribuamus, ubi cum rei na
tura consentiunt: tamen cum aliquando videamus rem aliter multo
se habere ac ipsi descripserint, veritas eadem, cui magis addicti
sumus, nos coegit ab illis interdum recedere ” (ibi, pag. 10).
ivi diligentemente attende a descrivere le epifisi, dell'utilità delle
quali, egli dice, Galeno, d'altra parte solertissimo investigatore
della Natura, non scrisse, e ciò che più fa meraviglia, non scrisse
nemmeno il Vesalio, quippe qui ardiret cupiditate increbili in
Galenum invehendi et eius errores adnotandi. (Da re anat. edit.
cit. pag. 4). Nel divisare, delle ossa una classificazione veramente
scientifica, dice di non aver seguito gli esempii nè di Galeno an
tico nè del Vesalio moderno, intorno a che tanto vivo sente il
dovere di non dilungarsi capricciosamente dall'insegnamento dei
primi maestri, che vuol, del fatto, mostrar di averne la sua buona
ragione. “ Nam licet Galenum, tamquam numen veneremur, Vesa
lioque in dissectionis arte plurimum tribuamus, ubi cum rei na
tura consentiunt: tamen cum aliquando videamus rem aliter multo
se habere ac ipsi descripserint, veritas eadem, cui magis addicti
sumus, nos coegit ab illis interdum recedere ” (ibi, pag. 10).
Memoranda sentenza sulla bocca di uno scienziato, che scrive
nella prima metà del secolo XVI: io seguo, nell'investigare i fatti
della Natura, la verità, non il maestro, e sia pure un Galeno, un
Vesalio. E conforme a una tal professione di fede, il Colombo os
serva i fatti, e come gli si rappresentano agli occhi, fedelmente
così gli descrive, facendo tratto tratto le maraviglie che quello stesso
gran Vesalio, il quale non la finisce mai contro Galeno, per aver
descritta l'anatomia non dell'uomo, ma delle scimmie, egli, il cen
sore ardente, l'obiurgatore ingiurioso sia bene spesso caduto negli
errori stessi rinfacciati a Galeno. Questa specie di recriminazione
occorre al Nostro di farla a ogni piè sospinto, ma specialmente a
proposito de'muscoli della laringa e dell'occhio.
nella prima metà del secolo XVI: io seguo, nell'investigare i fatti
della Natura, la verità, non il maestro, e sia pure un Galeno, un
Vesalio. E conforme a una tal professione di fede, il Colombo os
serva i fatti, e come gli si rappresentano agli occhi, fedelmente
così gli descrive, facendo tratto tratto le maraviglie che quello stesso
gran Vesalio, il quale non la finisce mai contro Galeno, per aver
descritta l'anatomia non dell'uomo, ma delle scimmie, egli, il cen
sore ardente, l'obiurgatore ingiurioso sia bene spesso caduto negli
errori stessi rinfacciati a Galeno. Questa specie di recriminazione
occorre al Nostro di farla a ogni piè sospinto, ma specialmente a
proposito de'muscoli della laringa e dell'occhio.