Morelli, Gregorio, Scala di tutte le scienze et arti, 1567

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              conuiene a ſudetti iſtrumenti: & però ueggia­
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              mo che coſa è uia, laquale non pare altro al
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              mio parere, che quello ſpatio che fra due ter­
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              mini ſi contiene, di modo che è neceſſario, ò
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              che ella ſia diritta, ouero obliqua, & quella
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              uia è diritta, che tra due termini è più breue
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              che eſſer può, & che è ueduta tutta da qua­
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              lunche per eſſa cammina, tanto ſe ſi ritroua
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              nel principio come nel mezo, & come nel fi­
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              ne: & la obliqua per il contrario. </s>
              <s>Onde do
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              uendoſi trattare una coſa metodicamente è
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              molto piu conueneuole che ſia trattata per uia
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              retta, che per obliqua, perche ſi come le co­
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              ſe naturali, ſe ſono nello stato ſuo proprio ſen
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              za eſſere alterate, ouero intricate con altre,
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              ſempre fanno il ſuo moto diritto, ò che aſcen­
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              dono, ouero che diſcendono, ne mai faranno
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              moto obliquo, ſe non ſono, come io dico,
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              fuora della propria natura; coſi parimente
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              deue studiare colui di fare che di eſſe trat­
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              ta, trattandone per una uia, che ſia diritta
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              quanto piu eſſer poſſa, laqual coſa non appor
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              terà minore commodità à lui di quello che
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              apporta il cammino diritto al uiandante.
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              <s>Il metodo dunque, co'l quale ſi hanno da trat
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              tare le facultà è una uia diritta, & non obli­
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              qua, ne con piu facilità ſi potrebbe trattare
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              facultà alcuna, ne parimente con piu breuità, </s>
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