Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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10783LIBRO I. globi ſieno eguali; il che giova ſupporre, accioc-
chè la proporzione, che troveraſſi avere la velo-
cità dell’ uno alla velocità dell’ altro, non debba
afcriverſi ſe non alla proporzione, che tra loro
hanno le ſerie ſteſse.
Quel poi, che ſieno gl’in-
tervalli ſegnati con le lettere r, s, t, e con quel-
le altre m, n, o, intenderetelo ſenza fatica niuna
per le coſe ſteſse, che ſe ne diranno.
Allora la.
Signora Principeſsa ſenza aſpettar’ altro ordinò,
che più copie ſi faceſsero di quella figura, così che
ognuno poteſse averla ſotto de gli occhi, le quali
mentre che ſi facevano, il Signor Marcheſe di
Campo Hermoſo diſse:
Signora, io non ſo, ſe
voi abbiate dato anche a me licenza di interroga-
re il Signor Zanotti, e di contradirgli;
ſo bene,
che non mi negherete quella di pregarlo.
Anzi di
far tutto, che a voi piaccia;
riſpoſe allora la Si-
gnora Principeſsa.
E il Signor Marcheſe a me.
volgendoſi, vi prego dunque, diſse, a non laſciar-
vi cadere della memoria una diffinizione della for-
za viva, che ancora non mi avete ſpiegata, ben-
chè mi abbiate detto, che è molto degna d’ eſse-
re inteſa.
Qual? diſſi. Quella, riſpoſe il Signor
Marcheſe, del Padre Riccati;
di cui mi ſono ol-
tremodo invogliato, udendo poc’ anzi quella ſot-
tiliſſima opinion ſua.
Io temo, riſpoſi, che voi
mi farete uſcir di quiſtione, ſe vorrete, ch’ io va-
da dietro a quella diffinizione;
e già egli la ſpiega
ampiamente in quel ſuo lungo volume, che ſareb-
be ſtato men lungo, ſe ſeguendo la diffinizione.

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