10884DELLA FORZA DE’ CORPI
degli altri aveſse voluto piuttoſto trattar la qui-
ſtione antica, che farne una nuova. E’pare, diſ-
ſe quivi la Signora Principeſsa ridendo, che voi
abbiate non ſo quale ſdegnuzzo contra quel libro.
No, Signora, riſpoſi; che anzi io lo ſtimo gran-
diſſimamente, e lo pongo tra i più belli, che ſie-
no uſciti ſopra tale argomento; quantunque e’ non
mi ſia gran fatto amico in alcuni luoghi Ma voi,
diſse la Signora Principeſsa, avrete ben riſpoſto
a quei luoghi. No, Signora; diſs’ io, poichè il libro
è ſommamente lungo: et è poi tanto ſottile, e
tanto profondo, e pieno di tanti e così artificioſi
calcoli, che ho ſempre ſperato, che pochiſſimi il
leggerebbono. Il Signor D. Nicola, udendo que-
ſto, mettete pur me, diſse, tra i pochiſſimi; per-
chè io l’ ho letto in gran parte, e ſe ho da dir-
vi il vero, aſsai m’ è piaciuto anche in quei luo-
ghi, ne quali, come voi dite, non vi è amico;
perchè laſciando ſtare, ſe ſia vero o no, è cer-
tamente ingegnoſo fuor di modo, e ſottile tutto
ciò, ch’ egli inſegna. Io voglio, diſse allora la
Signora Principeſsa, ad ogni modo veder’ un tal
libro; a cui riſpoſe il Signor D. Nicola: l’ ha
ora il Signor D. Felice Sabatelli, e il va, cred’
io, leggendo col Signor Conte della Cueva. Men-
tre ſi dicevano queſte coſe, erano già ſtate.
fatte più copie della figura, che era ſeconda nel
foglio, et avendo ognuno nelle mani la ſua;
udremo poi, diſſe la Signora Principeſſa, qual ſia
la diffinizione della forza viva del Padre
ſtione antica, che farne una nuova. E’pare, diſ-
ſe quivi la Signora Principeſsa ridendo, che voi
abbiate non ſo quale ſdegnuzzo contra quel libro.
No, Signora, riſpoſi; che anzi io lo ſtimo gran-
diſſimamente, e lo pongo tra i più belli, che ſie-
no uſciti ſopra tale argomento; quantunque e’ non
mi ſia gran fatto amico in alcuni luoghi Ma voi,
diſse la Signora Principeſsa, avrete ben riſpoſto
a quei luoghi. No, Signora; diſs’ io, poichè il libro
è ſommamente lungo: et è poi tanto ſottile, e
tanto profondo, e pieno di tanti e così artificioſi
calcoli, che ho ſempre ſperato, che pochiſſimi il
leggerebbono. Il Signor D. Nicola, udendo que-
ſto, mettete pur me, diſse, tra i pochiſſimi; per-
chè io l’ ho letto in gran parte, e ſe ho da dir-
vi il vero, aſsai m’ è piaciuto anche in quei luo-
ghi, ne quali, come voi dite, non vi è amico;
perchè laſciando ſtare, ſe ſia vero o no, è cer-
tamente ingegnoſo fuor di modo, e ſottile tutto
ciò, ch’ egli inſegna. Io voglio, diſse allora la
Signora Principeſsa, ad ogni modo veder’ un tal
libro; a cui riſpoſe il Signor D. Nicola: l’ ha
ora il Signor D. Felice Sabatelli, e il va, cred’
io, leggendo col Signor Conte della Cueva. Men-
tre ſi dicevano queſte coſe, erano già ſtate.
fatte più copie della figura, che era ſeconda nel
foglio, et avendo ognuno nelle mani la ſua;
udremo poi, diſſe la Signora Principeſſa, qual ſia
la diffinizione della forza viva del Padre