Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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10884DELLA FORZA DE’ CORPI degli altri aveſse voluto piuttoſto trattar la qui-
ſtione
antica, che farne una nuova.
E’pare, diſ-
ſe
quivi la Signora Principeſsa ridendo, che voi
abbiate
non ſo quale ſdegnuzzo contra quel libro.
No, Signora, riſpoſi; che anzi io lo ſtimo gran-
diſſimamente
, e lo pongo tra i più belli, che ſie-
no
uſciti ſopra tale argomento;
quantunque e’ non
mi
ſia gran fatto amico in alcuni luoghi Ma voi,
diſse
la Signora Principeſsa, avrete ben riſpoſto
a
quei luoghi.
No, Signora; diſs’ io, poichè il libro
è
ſommamente lungo:
et è poi tanto ſottile, e
tanto
profondo, e pieno di tanti e così artificioſi
calcoli
, che ho ſempre ſperato, che pochiſſimi il
leggerebbono
.
Il Signor D. Nicola, udendo que-
ſto
, mettete pur me, diſse, tra i pochiſſimi;
per-
chè
io l’ ho letto in gran parte, e ſe ho da dir-
vi
il vero, aſsai m’ è piaciuto anche in quei luo-
ghi
, ne quali, come voi dite, non vi è amico;

perchè
laſciando ſtare, ſe ſia vero o no, è cer-
tamente
ingegnoſo fuor di modo, e ſottile tutto
ciò
, ch’ egli inſegna.
Io voglio, diſse allora la
Signora
Principeſsa, ad ogni modo veder’ un tal
libro
;
a cui riſpoſe il Signor D. Nicola: l’ ha
ora
il Signor D.
Felice Sabatelli, e il va, cred’
io
, leggendo col Signor Conte della Cueva.
Men-
tre
ſi dicevano queſte coſe, erano già ſtate.

fatte
più copie della figura, che era ſeconda nel
foglio
, et avendo ognuno nelle mani la ſua;

udremo
poi, diſſe la Signora Principeſſa, qual ſia
la
diffinizione della forza viva del Padre

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