Alberti, Leon Battista, L' architettura

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110106DELLA ARCHITETTVRA tro a le percoſſe de le Macchine da guerra: Et certo, per tradimenti, & per tirare
le freccie, le giouano non poco a gli nimici, hauendo eſsi maſsimo commodità
di poter ſcorrere la campagna, &
di ritirarſi. Niente dimeno le ſono alcuna
uolta digrandiſsimo aiuto, ne le Città di montagna, eſſendo poſte a riſcontro de
le ſtrade.
A Perugia celebratiſsima Città, per hauere ella i Borghi ſparſi ſu ꝑ
115 i Colli, non altrimenti che le dita de le Mani, che ſi ſporgono in fuori, ſe inimici
uorranno dar l'aſalto a la Cantonata, poi che ui ſaranno andati cõ molta gente,
non haranno donde aſſaltarla, &
quaſi meſsiſi ſotto una fortezza, non ſaranno
baſtanti a ſoſtenere l'impeto de le coſe, che gli ſarãno tratte, &
la carica che uer-
rà loro adoſſo.
Et però non ſi deue tenere il medeſimo modo di cerchiare le
2210 Terre di Mura, in tutti i luoghi.
Oltra queſto dicono gli Antichi, che le Città,
&
le Naui, non douerriano per alcun modo eſlere tanto grãdi, che uote barcol-
laſsino, o piene, non baſtaſsino.
Ma altri hanno uoluto la loro Città piena, &
pinza, penſando per queſto, che ella fuſſe piu ſicura.
Altri promettendoſi una
ottima ſperanza, ne le coſe che haueſsino a uenire, ſi dilettarono di hauerui grã
3315 diſsimi ſpatij.
Altri forſe proueddono con conſiglio, a la fama, & al nome de
Poſteri.
Imperoche la Città certo del Sole, edificata da Buſiride, la quale chia-
mano Tebe, ſecõdo che io truouo ne le Storie de gli Antichi, girò uenti miglia.
Menfi diciotto miglia, & ſei ottaui. Babillonia quarãtatre miglia, & ſei ottaui.
Niniue miglia ſeſſanta.
Et furono alcuni, che rinchiuſono tanto di Terreno,
4420 che dentro al circuito de la Città ricoglieuano da uiuere p tutto l'anno.
Quinci
loderei io quello antico prouerbio che dice, in tutte le coſe ſi debbe ſeruare
ordine, &
regola, & ſe e' mi piaceſſe di gettarmi da una de le parti, mi getterei
piu preſto a queſta, che poteſsi commodamente riceuere la accreſciuta mol-
titudine de Cittadini, che a quella che non può riceuere i ſuoi commodiſsi-
5525 mamente.
Aggiugni che la Città non debbe eſſer fatta ſolamente per lo uſo
&
per la neceſsità de Tetti, ma debbe eſſer fatta di maniera, che oltre a le cu-
re ciuili, ui rimanghino grandiſsimi luoghi, &
ſpatij per piazze, per correrui
con le carrette, per Orti, &
per ſpaſſeggiare, & per notare, & per ſimili or-
namenti, &
dilicatezze. Raccontano gli antichi, Varrone, Plutarco, & altri,
6630 che i paſſati loro erano ſoliti di diſegnare le mura de le Città con religione,
&
ordini ſacri. Percioche, hauendo prima preſi lungamente gli Augurij, meſ-
ſi ad uno giogo uno Bue, &
una Vacca, tirauano uno aratolo di Bronzo, & ſi fa-
ceua il primo Solco, con ilquale diſegnauano il Circuito de le Mura, ſtando
la Vacca da lo lato di dentro, &
il Bue da lo lato di fuora. I uecchi Padri, che
7735 douieno habitare la Terra, ſeguitauano lo Aratro, &
rimetteuano nel feſſo
Solco, le ſmoſſe, &
ſparſe zolle, & raſſetandouele dentro, acciò non ſe ne ſpargeſ-
ſe alcuna;
quando arriuauano a luoghi de le porte, ſoſteneuano lo aratolo
con le mani:
Accioche la ſoglia de le porte rimaneſſe ſalda, & perciò diceua-
no che eccetto le porte, tutto il cerchio, &
tutta l'opera era coſa ſacra, & non
8840 era lecito chiamare le porte ſacre.
A tempi di Romulo, dice Dioniſio Alicar-
naſeo, che i P @dri antichi, nel principiare le Città, erano ſoliti, fatto il ſacrificio
di accendere il fuoco inanzi a loro Allogiamenti.
Et per eſſo far paſſare il Po-
polo, accioche nel paſſare per le fiamme, gli huomini ſi purifica sino, &
ſi

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