Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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11288DELLA FORZA DE’ CORPI eſſa ſi impediſcon l’ un l’ altro con forze egua-
li, ſe avvenga, che ella ſi apra, e per ciò apraſi il
primo elaſtro LMN, dovrà queſto ſcemar toſto
della forza ſua, e dovrà nello ſteſſo tempo l’ ela-
ſtro IKL, ſminuendogliſi l’ impedimento, allar-
garſi.
E per l’ iſteſſa ragione, aprendoſi il ſecon-
do elaſtro IKL, dovrà aprirſi anche il terzo, e
gli altri tutti.
E mi ricorda aver letto in quella
famoſa ſcrittura, che diede fuori Giovanni Ber-
nulli ſopra le leggi della comunicazione del mo-
to, che avendo quel grand’ uomo propoſto due
ſerie, una, ſe non m’ inganno, di dodici elaſtri,
et un’ altra di trè, le quali aprendoſi ſpingono
due corpi eguali;
e domandando, perchè quella
ſpinga il corpo ſuo più forte, che queſta;
riſ-
ponde che quella ſpinge il corpo non ſolamente
co’ trè primi elaſtri (con che lo ſpingerebbe egual-
mente, che l’ altra ſerie) ma anche con quegli
altri elaſtri, che ſeguono i trè primi.
Onde mo-
ſtra, che qualora una ſerie di elaſtri va ſpingen-
do un corpo, lo va ſpingendo, non con un ſo-
lo elaſtro, ma con tutti;
il che ſe fa nel proſe-
guimento di tutta la dilatazione, perchè non an-
che nel principio?
Senza che, ſe gli elaſtri della
ſerie doveſſero aprirſi l’ uno appreſſo l’ altro, po-
trebbe darſi una ſerie tanto lunga, che aprendoſi
il primo elaſtro doveſſe aſpettarſi un’ ora prima
che ſi apriſſe l’ ultimo, e intanto l’ ultimo non
ſpingerebbe ne urterebbe il corpo in niuna ma-
niera.
Avendo io detto ſinquì, mi tacqui; e

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