Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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11591LIBRO I. Perchè, Signora? riſpoſi. Et ella, perchè quivi,
diſſe
, ſariano volentieri ricevute coteſte voſtre
qualità
, le quali qui tra noi male ſi ſoffriranno.
Ma in quel paeſe, ſecondo che io odo dire, tut-
ti
ſeguono Ariſtotele.
Io credo, riſpoſi, che eſſi
abbiano
più ragion di ſeguirlo, che noi non ab-
biamo
di diſprezzarlo.
Ma voi ben vedete, che
ſe
io richiamo quelle qualità, non io, ma la co-
ſa
iſteſsa le richiama;
e come intendere altramen-
te
gli elaſtri di Bernulli?
Di che ſoglio ſdegnar-
mi
alcune volte co’ noſtri moderni, che avendo
in
tanto abborrimento le diſpute degli antichi,
movono
bene ſpeſſo quiſtioni, che a quelle ne-
ceſsariamente
ci riconducono.
Ma tornando al
propoſito
, voi dovete, Signor Marcheſe, tener
bene
a mente, che nominandoſi per eſempio
l’
elaſtro ABC, non altro ſi vuol intendere, ſe
non
una elaſticità, ovvero una potenza, la qual
premendo
da una parte il muro XY (benchè que-
ſta
preſſione al noſtro caſo poco appartiene, co-
me
quella, che nulla appartiene al globo C) da
un’
altra parte ſi applica immediatamente al glo-
bo
, e lo ſoſpinge, inſeguendolo, e ſtimolandolo
con
altri, ed altri impulſi ſempre minori, come
un’
elaſtro farebbe;
e direi (ſe la Signora Prin-
cipeſsa
mel comportaſse) che egli è come una.

qualità
inerente al globo ſteſso.
Intendo io tut.
to
ciò beniſſimo, diſse allora il Signor Marche-
ſe
;
e così parmi, che i quattro elaſtri, di cui ſi
compone
la ſerie EN, altro non dovranno

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